L’imprenditore ha voluto ringraziare tutti coloro che hanno commentato il suo manifesto “Per un nuovo Rinascimento italiano” attraverso un blog appositamente costituito
“In seguito alla pubblicazione a pagamento del manifesto "Per un nuovo Rinascimento Italiano" sui principali quotidiani italiani, ho ricevuto più di
1.200 messaggi, sul blog e via mail. Ho ricevuto anche molte lettere, tra le
quali alcune scritte a mano, a dimostrazione di quanta sia la voglia degli
italiani di partecipare a un processo di cambiamento. Voglio ringraziare tutti, anche quei
pochi che hanno mosso delle critiche al mio messaggio. Considero la diversità
di pensiero un valore assoluto, collegato al bene più prezioso: la libertà.
Ringrazio anche tutti gli autori che mi hanno
spedito i loro libri, che trattano temi fondamentali per il futuro dell'Italia
e che leggerò con passione.
Ringrazio i giornalisti che mi hanno cercato e i
conduttori di numerose trasmissioni televisive, che mi hanno invitato nei loro
programmi. Non ho accettato di andare in televisione per due motivi principali.
Il primo è che la televisione trasmette solo frammenti ed è impossibile, con i
ritmi frenetici attuali, avere il tempo per esprimere concetti e pensieri
compiuti. Il secondo è che la televisione divinizza le persone, ampliando un
difetto della gente comune: quello che a risolvere i loro problemi siano gli
altri e in particolare i divi creati dalla tv.
Leggendo tutti i messaggi, ed è stato un lavoro
ciclopico, mi sono reso conto che i ringraziamenti non erano sufficienti. Nella
maggior parte di chi mi ha scritto ho acceso una speranza e di conseguenza mi
sento in dovere di dire cosa intendo fare per far nascere un “nuovo
Rinascimento italiano”. La parola “speranza” è stata il leitmotiv di moltissimi
messaggi; mi sono meravigliato di come un manifesto di un piccolo e anonimo
imprenditore potesse tanto. Sono dell'opinione che, se vogliamo migliorare l'Italia,
non dobbiamo cercare la speranza in un mito al di fuori di noi, ma dobbiamo
coltivarla nel nostro pensiero, assieme al coraggio e alla tenacia. “Occorre
recuperare il concetto di responsabilità individuale. Ogni individuo è
l'elemento eversivo su cui può poggiare ogni rivolta, ogni processo di
cambiamento. Ciò che il sistema del potere teme maggiormente è il cambiamento
di un individuo che sia poi in grado di testimoniare la sua differenza. È
questo il primo passo, il tassello fondamentale e decisivo del processo di
modifica dello stato attuale delle cose. La realtà appare immutabile proprio
perché chi la dovrebbe cambiare resta eternamente in attesa di qualcosa che
venga dall'alto (che sia la Provvidenza o la rivoluzione), che mai si
verificherà”. (Simone Perotti)
Ho fatto attendere questa risposta per molti
giorni, con qualche disappunto di chi mi aveva inviato messaggi, perché ho
meditato molto. Al di là delle parole, volevo trovare qualcosa di concreto da
proporre, nel quale tutti noi, insieme, potessimo diventare protagonisti, anche
in considerazione del fatto che più di 1.000 persone e associazioni si sono
rese disponibili a fare qualcosa. Mi sono reso conto che se non vogliamo fare la
rivoluzione, e personalmente non intendo farla, dobbiamo trovare il modo di
influenzare la politica con le nostre idee.
Sicuramente non ho nessuna intenzione di fondare un
nuovo partito. Nel quadro politico italiano, i partiti e i movimenti
rappresentati in parlamento e quelli che non hanno alcuna rappresentanza nazionale
sono già un centinaio…”
Per continuare la lettura
del nuovo intervento di Gabriele Centazzo e scoprire i programmi per il nuovo
movimento, andate direttamente al blog Visionari per il Rinascimento cliccando sul seguente link.