Scavolini, quando la qualità è sostenibile

Massima qualità e minore impatto ambientale: l’equazione è possibile, anzi è d’obbligo. Lo dimostra Scavolini che da 30 anni lavora sui temi dell’ecologia

Siamo un’industria di grandi dimensioni, che organizza il processo produttivo per realizzare, a costi competitivi, cucine di alto valore qualitativo per le famiglie di ogni cultura e gusto”. Una dichiarazione di intenti e una missione che ha caratterizzato Scavolini fin dall’inizio, oltre 60 anni fa, quando fu realizzato il primo laboratorio artigianale per la produzione di cucine componibili. Negli anni Scavolini si è imposta in Italia e nel mondo come una delle industrie leader del settore arredo ed è diventata “Casa” ampliando la tipologia produttiva, ma l’ossessione per la ricerca del miglior rapporto qualità/ prezzo non è mai venuta meno e negli ultimi 30 anni ha coinvolto con lungimiranza anche l’aspetto ambientale, come racconta Fabiana Scavolini, amministratore delegato dell’azienda fondata dai fratelli Valter ed Elvino.

Fabiana Scavolini, a.d. Scavolini - foto di Livio Fantozzi

La qualità è un asset da cui l’azienda non ha mai derogato. Oggi quanto deve essere connessa al tema della sostenibilità?

Tra i primi del settore, quando ancora non si parlava di sostenibilità e di economia circolare, ci siamo resi conto che sia le lavorazioni in azienda sia il prodotto finale dovevano avere il minore impatto ambientale possibile. Un'attenzione che era già radicata nella nostra indole, perché sostenibilità vuol anche dire efficienza economica dell’azienda e rispetto per le persone. Se vogliamo indicare una data, partiamo con il 1997, anno in cui abbiamo iniziato a produrre le nostre cucine utilizzando il Pannello Ecologico® realizzato con il 100% di legno riciclato, ma la transizione era già iniziata nel 1992. Dopo la certificazione di qualità ISO 9001 ottenuta nel 1996, siamo arrivati a quella ambientale nel 2004 e da allora la consapevolezza che qualità e rispetto dell’ambiente siano concetti fortemente legati è diventata sempre più radicata nella cultura dell’azienda tanto che subito dopo la certificazione ISO 14001 è partito il progetto Green Mind, sempre più strutturato e incisivo.

Quali sono state le altre tappe significative di Green Mind?

Nel 2011 abbiamo completato il progetto Sunload che prevedeva la copertura di tutto lo stabilimento con pannelli fotovoltaici. Un investimento che ci ha permesso di raggiungere quasi al 100% l’autonomia energetica. Quando non è sufficiente, utilizziamo comunque energia da fonti rinnovabili. Oltre a realizzare tutte le nostre strutture in pannello ecologico, negli ultimi anni abbiamo selezionato prodotti di origine lignea proveniente da foreste controllate e nel 2021 abbiamo ottenuto la certificazione internazionale FSC, Forest Stewardship Council. Oggi circa il 50% dei prodotti che vendiamo ha questa certificazione. Un’altra tappa è stata la “Cosmob Qualitas Praemium - Indoor Hi-Quality” sulle emissioni domestiche. I nostri prodotti (arredo cucina, living e arredo bagno) appartengono alla classe A++, la più virtuosa in termini di bassa emissione indoor. Il riferimento è ai livelli previsti da uno dei protocolli più severi: il regolamento americano LEED (Leadership in Energy and Environmental Design). Infine, un ulteriore step di cui siamo orgogliosi è la certificazione CQP - rilasciata dall’ente Cosmob – che attesta che i nostri prodotti possono essere riciclati dal 96 al 99%. Una prova ulteriore che l’azienda è coerente con tutti gli assunti dell’economia circolare che prevedono l’utilizzo dei materiali di partenza riciclati, prodotto finale e imballaggio riciclabili e utilizzo di energia rinnovabile.

Una veduta della copertura dello stabilimento Scavolini con i pannelli solari: il progetto Sunload è del 2011

L’attenzione per l’ambiente come influenza il processo produttivo?

In Scavolini il processo di implementazione e miglioramento è continuo ed è seguito dall’ufficio Qualità e Ambiente di cui è responsabile mio fratello Gian Marco. Ogni passaggio del processo è valutato anche con l’ottica di minimizzare l’impatto ambientale - la raccolta differenziata ci consente ad esempio di recuperare gli scarti di lavorazioni al 95% e rendere il luogo di lavoro sempre più sicuro. Nella seconda metà del 2024 sarà operativo anche il nuovo impianto per la trasformazione del pannello e la lavorazione delle ante in melaminico. Lo stabilimento di 13mila metri quadri sarà collegato da un ponte con il nostro sito produttivo e il passaggio sarà completamente automatizzato. I nuovi impianti, inoltre, sono più efficienti e come tali meno energivori. In generale cerchiamo di migliorare ogni passaggio molto prima che queste procedure diventino degli obblighi di legge.

Tra i progetti futuri è previsto il bilancio di sostenibilità? Quale impegno comporterà?

Già dal 2023 lavoriamo per redigere il bilancio di sostenibilità, e contiamo di renderlo pubblico nel 2025, in anticipo rispetto alla data del 2026 quando sarà obbligatorio. In verità si è trattato di mettere “in bella copia” quanto abbiamo già messo in campo in questi anni di impegno a favore dell’ambiente e dei nostri stakeholder.

Un dettaglio del processo produttivo di Scavolini, conforme ai criteri di rispetto dell’ambiente e della massima sicurezza

Ci sono altri ambiti su cui ancora si può lavorare per ridurre ulteriormente l’impatto ambientale?

Premetto che la nostra filiera del legno arredo è già virtuosa, ma esiste sicuramente uno spazio per migliorare ancora. Sul pannello è già stato fatto molto, ma si può lavorare ancora sulle vernici, ad esempio, sempre tenendo presente che deve essere prioritario il criterio di resistenza nel tempo. La durabilità del prodotto, soprattutto per una cucina che ha una lunga vita, è infatti un altro punto fondamentale per essere ecologicamente virtuosi.

La sostenibilità è diventata un criterio importante anche per la scelta dei fornitori?

Certamente è un parametro che valutiamo con attenzione, insieme a quello sulla qualità del prodotto e del servizio. Ricordo, inoltre, che per ottenere la certificazione FSC si considera tutta la catena dei fornitori. Sicuramente anche l’impegno sul fronte ecologico della filiera a monte ha permesso all’industria del settore di essere sempre più sostenibile.

Primo piano sulla maniglia in plastica riciclata di Dandy Plus, il progetto firmato da Fabio Novembre

Parlando di eco-design, quanto contano le linee guida interne e quanto la sensibilità dei designer con cui collaborate?

La procedura interna si è consolidata negli anni ed oggi possiamo affermare che è molto difficile essere più attenti di noi alle tematiche ambientali nella progettazione di tutte le fasi, da quella di implementazione a quella di produzione, per arrivare a quelle successive di utilizzo e smaltimento. Il nostro ufficio interno di Ricerca & Sviluppo si impegna costantemente a rispondere nel miglior modo possibile alle esigenze di sostenibilità e circolarità, e i designer con cui collaboriamo condividono questa attenzione. Si privilegia, ad esempio, l’utilizzo di materiali ecologici come la plastica riciclata, vedi la maniglia di Dandy Plus, firmata da Fabio Novembre, e riciclabili come il vetro e l’alluminio.

Parlando invece della sensibilità del consumatore, come è cresciuta? E come comunicate questi valori al cliente finale?

Sappiamo che la consapevolezza sui temi ambientali è aumentata in questi anni, soprattutto tra i più giovani, ma è ancora difficile valutare quanto il tema della sostenibilità possa influenzare la scelta di un bene complesso come quello della cucina. Per ora non esistono etichette che guidino il consumatore nella scelta e sappiamo anche che è difficile misurare il reale beneficio di una cucina più sostenibile di un’altra nella vita quotidiana, come invece è possibile fare con i consumi energetici di un elettrodomestico o di un’automobile. Ciò detto, Scavolini comunica da tempo questi valori perché ci crediamo noi per primi e lo facciamo utilizzando tutti i mezzi a nostra disposizione, dai cataloghi al sito, dai nostri social ai punti vendita. Puntiamo molto sulla comunicazione al trade, che ha il ruolo più importante nel trasferire in modo corretto i valori dell’azienda, compreso quello ambientale. Molto del tempo dedicato alla formazione nella nostra Academy è concentrato su questi temi. I pannelli presenti in negozio raccontano già molti aspetti, ma è poi il venditore che ha la sensibilità per capire come spiegare al meglio cosa la nostra azienda mette in campo per essere sempre più sostenibile e per capire quanto chi ha davanti sia recettivo su argomenti che per Scavolini sono primari e su cui continuiamo ad investire. Pur con sensibilità diverse a seconda dei paesi, anche all’estero i temi ambientali sono importanti per definire la qualità Scavolini.