Edi Snaidero, presidente dell’omonimo gruppo di Majano, è Consigliere Incaricato del Gruppo Cucine di Assarredo dal settembre 2020. Un ruolo importante di coordinamento e di sviluppo che lo vedrà impegnato fino al 2024.
Forte della sua esperienza, l’imprenditore è stato anche delegato a rappresentare Assarredo nel consiglio di Efic, la confederazione europea delle industrie dell’arredo.
Nell’intervista che segue si parla dello stato di “salute” del settore nell’anno della pandemia e delle priorità del Gruppo Cucine per il prossimo quadriennio.
Partiamo dai numeri. Qual è il valore della produzione stimato per il 2020 del settore cucina?
I dati raccolti dal nostro Centro Studi sui primi 9 mesi dell’anno indicano per il Gruppo Cucine una flessione del 13,4% sul mercato interno e un meno 11,7 sull’export. Dati che poco si discostano dall’andamento di tutto il settore arredo (-12,4 per l’Italia, e -13 per l’export) e che, in generale, però, sono nettamente migliorativi rispetto al -25% di tutto il sistema arredo registrato a fine giugno. Per quanto riguarda l’Italia stiamo parlando di dati elaborati attraverso il Monitor del Centro Studi di Assarredo, un importante strumento che coinvolge più di 200 aziende, di cui 24 di cucine, ma è sicuramente una tendenza molto significativa, che dimostra come ci sia stato un rimbalzo importante e quasi inaspettato a favore dei consumi per la casa, che ci aspettiamo continui ad essere confermato. La casa è diventata un bene di “prima necessità”, luogo centrale della propria vita, e molti sentono la necessità di migliorarla.
Pensando al mercato interno, quali le proiezioni per il 2021?
Dobbiamo tenere duro per questi primi mesi, perché ci sarà quasi sicuramente un incremento positivo quando la stretta dell’epidemia si allenterà, così come è stato a giugno 2020. Il 2021 è avvantaggiato dal Bonus Mobili che è passato dai 10mila ai 16mila euro, ma sono invece molto penalizzanti le logiche di chiusure che il Governo sta mettendo in atto. Si tengono aperti i saloni auto e si tengono chiusi i negozi di mobili che sono strutturalmente i più sicuri. Così facendo si impedisce al consumatore di riprogettare la propria abitazione come vorrebbe, soprattutto se si parla di cucina che, in quanto sistema, non può essere acquistata on line.
Parlando di export, quali sono i paesi che hanno registrato le migliori performance nel 2020?
Secondo i dati puntuali forniti dalla dogana, ai primi tre posti si confermano Francia, Usa e Svizzera, tutti con un segno negativo davanti. Si passa dal -8,3% della Francia al -23% degli Stati Uniti. Al quarto posto si colloca la Germania che, al contrario degli altri paesi, registra un’ottima performance con un +11,8%. Un dato che conferma come l’economia tedesca sia stata in grado di reggere anche all’impatto della pandemia e la prova del nove
è la crescita del 5% dell’industria interna di cucine. Come trend in crescita si segnala anche l’ottima performance della Corea che ha registrato un +27%. Essendo un mercato ancora piccolo, circa 11 milioni di euro, è possibile che sia stato influenzato dalla conferma di qualche contract importante. In generale siamo fiduciosi che il 2021 possa essere un anno di ripresa anche per l’export. Sicuramente lo sviluppo dei mercati esteri è una delle sfide più importanti per il sistema cucina italiano.
A questo proposito, quali sono le priorità individuate dal Gruppo Cucine?
Sono essenzialmente due e, a conferma di quanto appena detto, la prima è sicuramente legata ai numeri dell’export. Su 2.363 miliardi di fatturato registrato nel 2019 dall’industria italiana del mobile per cucina, il mercato interno contava 1.530 milioni con un peso del 65%. Un rapporto tra Italia ed estero molto diverso da quello degli altri settori dell’arredamento. Tanto più allarmante perché dietro la media del 35% si celano bilanci di aziende in cui l’export supera il 50% e altri in cui non arriva al 10%. Dobbiamo colmare questo divario crescendo sui mercati esteri e per farlo è necessario proprio il confronto tra le aziende. Non si tratta più di battere la concorrenza, ma di proporsi come un settore maturo e consolidato e come tale riconoscibile sugli altri mercati. In questo senso
i produttori tedeschi possono essere un esempio, molto forti in casa, ma anche potenti sui mercati esteri. Solo rafforzando il nostro export possiamo poter competere con loro ad armi pari. In quest’ottica Assarredo ha già dato inizio a un nuovo servizio che supporta le aziende per le certificazioni richieste dai diversi paesi. Un percorso intelligente che aiuta a districarsi a livello burocratico e che si affianca all’attività di promozione e al monitoraggio di bandi di finanziamento governativo. Per il Gruppo Cucine, in particolare, sono allo studio iniziative specifiche che stiamo valutando. L’obiettivo finale è quello di passare da un 35% a un 50% di quota export e per raggiungerlo sappiamo che è molto importante anche il tema della formazione all’interno delle aziende.
Qual è la seconda priorità?
Sicuramente la transizione green auspicata dalla UE, che ha dato a tutti paesi aderenti dei traguardi ambiziosi per il 2030-2050. Nel Recovery Fund sono più di 70 i miliardi (su 209 stanziabili) dedicati alla transizione green e il settore si deve mettere in prima linea
per cogliere questa opportunità. Un obiettivo che riguarda tutto il sistema e un tema a cui è molto sensibile Assarredo. Tutti i passaggi - progettazione, produzione, distribuzione e smaltimento - devono essere interessati dalla transizione. Aziende già sostenibili sono chiamate ad esserlo ancora di più. Nel mondo siamo simbolo di eccellenza per il design e l’innovazione, ma dobbiamo anche essere leader nella sostenibilità, di prodotti e processi, e dobbiamo cavalcare il tema prima che ce lo impongano. Per questo sono molto orgoglioso di rappresentare Assarredo in Efic, (European Furniture Industries Confederation), che riunisce 17 partner. Un tavolo al quale bisogna essere presenti perché è in quella sede in cui si discutono e propongono le normative. Oltretutto solo attraverso Efic si può dialogare con la UE ed è fondamentale farne parte per essere al centro del cambiamento.
Qual è l’augurio che può fare al Gruppo Cucine per il 2021?
Di continuare ad essere un Gruppo molto coeso, come lo siamo stati negli ultimi anni, anche grazie al lavoro di Alberto Scavolini che mi ha preceduto.
Si può essere agguerriti sul mercato, ma è fondamentale essere solidali in seno associativo. Più sei unito, più dialoghi e ti confronti e più sei forte, anche agli occhi del resto del mondo.