Gruppo Cucine Assarredo, obiettivi 2019

Alberto Scavolini, amministratore delegato di Ernestomeda e consigliere incaricato del Gruppo Cucine di Assarredo

Il Gruppo Cucine di Assarredo rappresenta circa 50 aziende produttrici di cucine, che coprono il 44% del fatturato di tutto il comparto. Una rappresentanza forte all’interno di Assarredo e un Gruppo dinamico che in questi anni ha messo a punto diverse attività per sostenere il comparto. Alberto Scavolini, amministratore delegato di Ernestomeda e consigliere incaricato per il Gruppo Cucine Assarredo, commenta i risultati 2018 e chiariscei temi caldi per il settore.

Partiamo dai numeri. Quale è stato il bilancio del 2018?
Un bilancio sicuramente positivo con un aumento del 3,5% della produzione secondo i dati preconsuntivi del Centro Studi Federlegno, pari a 2,3 miliardi di euro, con un segno “più” anche per il mercato interno che ha segnato un confortante +1,5%. Per la
cucina l’Italia è ancora un mercato predominante anche se la crescita maggiore in percentuale è registrata dall’export dove le nostre proposte sono sempre più apprezzate. La dimostrazione di quanto affermo viene dal Salone del Mobile.Milano 2018 che ha visto l’offerta dei cucinieri italiani primeggiare per innovazione e qualità confermando il nostro comparto leader assoluto a livello globale.

Alcuni numeri del comparto cucine. Centro Studi Federlegno

A proposito di export, come si è chiuso il 2018?
Il 2018 secondo i dati preconsuntivi si è chiuso con il balzo delle esportazioni che hanno raggiunto quota 832 milioni di euro e una crescita del 6,8%. Un trend positivo che dovrebbe continuare anche nel corso del 2019, anche se non nascondo una certa preoccupazione per l’instabilità dei mercati internazionali. In un contesto macroeconomico incerto a causa di ricorrenti tensioni geopolitiche sullo scacchiere mondiale, è fondamentale consolidare i rapporti con i partner esteri che da anni rappresentano un fondamentale sbocco commerciale per le nostre imprese. Imprese e istituzioni devono lavorare unite per affrontare con successo le future sfide politiche ed economiche che il mercato globale ci porrà nei prossimi anni.

La complessità nell’esportare mobili per cucina rende più difficile l’attività di sviluppo sui mercati esteri. Quali sono gli ostacoli più significativi?

Sicuramente gli ostacoli più significativi derivano dalla “complessità” legata al mondo cucina, che richiede massima attenzione e professionalità in tutte le fasi, da quella progettuale al montaggio fino all’assistenza post-vendita al cliente finale. Su questo punto va presa in considerazione anche la diversa natura dell’interlocutore della distribuzione: in molti Paesi la cucina viene fornita inclusa nella abitazione; la controparte con cui
si relaziona il produttore di cucine risulta spesso essere il costruttore edile o lo sviluppatore immobiliare, e non il rivenditore.

Nel 2018 avete iniziato un dialogo con l’associazione dei produttori tedeschi di cucine. Qual è stato l’obiettivo di questo scambio e quali i risultati raggiunti?

Siamo all’inizio di un percorso che mi auguro porterà a risultati interessanti con l’obiettivo di unire le forze dei due produttori di cucine più importanti al mondo in ambito europeo e globale. Registro con particolare soddisfazione la partecipazione
ai recenti incontri con i partner tedeschi del presidente della Federazione, Emanuele Orsini, e del presidente di Assarredo, Claudio Feltrin, a conferma dell’interesse verso questo progetto di crescita. Abbiamo in programma un altro incontro bilaterale, questa volta in Germania, nei primi giorni di giugno, per cominciare a creare gruppi di lavoro su alcuni temi che abbiamo individuato nel nostro primo incontro di dicembre.

Per quanto riguarda il 2019, quali sono le priorità da affrontare come Gruppo?
Due i fronti sui cui ci concentreremo nei prossimi mesi: rafforzamento delle azioni a supporto del consumo interno, come il Bonus Mobili, e interventi che portino alla semplificazione delle barriere non doganali. E ciò con il supporto fondamentale della Federazione.

Il matrimonio tra Milano e il Sistema Design italiano è sempre più consolidato e la settimana del Salone del Mobile è il momento clou per esprimere questo legame. Per il 2020, in occasione di Eurocucina, è ipotizzabile qualche iniziativa in città dedicata alla cucina?
È presto per dirlo. Siamo in un momento di transizione, anche fieristica, e siamo particolarmente attenti e concentrati per capire i cambiamenti in atto. Terminato il Salone del Mobile di quest’anno ci metteremo al lavoro per iniziare a lavorare all’edizione 2020 di Eurocucina.

Come imprenditore, oltre che come consigliere incaricato, qual è la visione sul settore produttivo italiano delle cucine?

Personalmente ritengo che dobbiamo avere una doppia visione che potrebbe anche sembrare in contrasto: sul mercato interno, ancora importante, dando di sicuro una spinta nel campo della competitività del prodotto e quindi cercando di ottimizzare tutti i processi; sull’export dobbiamo invece puntare a investire in innovazione, sviluppo e comunicazione per differenziarci nel panorama internazionale. Per le aziende più piccole la sfida è sicuramente più complessa e importante, ma necessaria per crescere.
Fare parte dell’Associazione, col proprio gruppo merceologico di riferimento, è anche un modo per chiedere ed avere supporto per lo sviluppo degli ambiti appena citati, influendo anche sulle attività di lobby legate al nostro settore specifico.