Gabriele Centazzo, una vocazione eco-visionaria

Designer, imprenditore, visionario, dal 1981 Gabriele Centazzo è l’anima creativa di Valcucine, azienda da lui fondata e oggi parte di ItalianCreationGroup di cui è Ceo Giuseppe Di Nuccio. Nell'intervista, parla dei principi veramente ecosostenibili secondo cui sono prodotte le cucine Valcucine ed esprime la sua opinione sulla nuova tendenza di stile "eco"

Quasi quarant’anni fa, quando l’approccio produttivo di tipo “green” era del tutto ignorato dalle aziende del settore mobile e cucina, Valcucine nasceva con un prodotto ed un approccio al progetto rivoluzionari rispetto ai principi e dell’ergonomia e della sostenibilità sia per i materiali utilizzati sia per le modalità di produzione. Nel corso del tempo, la “vocazione” green e l’impegno dell’azienda su questi fronti si sono consolidati, come dimostra la segnalazione ottenuta da Valcucine lo scorso anno, indicata come una delle aziende più “verdi” d’Italia da GreenItaly 2018di Fondazione Symbola e Unioncamere che registra lo stato della green economy italiana. Una importante conferma per un’azienda che continua ad impegnarsi attraverso un modello di business innovativo, orientato a unire lusso ed eco-sostenibilità. Si tratta di una sensibilità aziendale che viene da lontano, dal fondatore di Valcucine, Gabriele Centazzo, “anima creativa” dell’azienda di cui cura, fin dagli esordi, gli aspetti progettuali in termini di ricerca tecnica, ingegneristica e stilistica. 

Centazzo, designer senza eguali nel panorama anche culturale, e non solo progettuale, della storia della cucina italiana, ci spiega come nella fase attuale l’azienda affronti il tema dell’ecostenibilità, considerando l’intero “ciclo di vita” della cucina, dalla nascita allo smaltimento.

Logica Celata, di Valcucine, progettata da Gabriele Centazzo

«La nostra ricerca trentennale rispetto alle problematiche ambientali ci ha portato a dematerializzare l’anta e il piano della cucina e a renderli, con determinati materiali, riciclabili al 100%», afferma Gabriele Centazzo. «Un’ulteriore ricerca ci ha spinti a realizzare anche il fusto 100% riciclabile. Abbiamo così realizzato basi e pensili che rispettano l’economia circolare, come ci ha insegnato la natura, e che a fine vita generano zero rifiuti».

I diversi modelli di Valcucine sono tutti realizzati secondo tali concetti, ma quello che li esprime al meglio è di certo Invitrum. «È il modello che per primo al mondo propone fusti in vetro e in alluminio composti come un meccano, completamente disassemblabili meccanicamente, con zero uso di colle e quindi con il vantaggio di emettere zero formaldeide».

Il fusto in vetro e alluminio del sistema di basi Invitrum, di Valucine, concepito da Gabriele Centazzo

Ma se la storia e il presente di Valcucine sono strettamente legate al tema della sostenibilità (in tutto il ciclo di vita del prodotto), qual è l’opinione del designer sul settore cucina in generale su questi temi?

«Dato che l’ecosostenibilità sta diventando un argomento sensibile - risponde Centazzo - la tendenza generale è quella di utilizzare il marketing per “pennellare” di verde il proprio prodotto. In ogni caso chi esporta deve rispettare le leggi del paese che in certi casi pretende un limite nell’emissione di formaldeide o, nel caso di uso di legno, che questo derivi da foreste certificate dove si rispetta l’equilibrio di taglio e piantumazione. Mancano comunque ancora, a livello di progetto, una volontà e una ricerca verso la sostenibilità».

Dettaglio struttura in alluminio e vetro di Invitrum e dell'anta con telaio in alluminio