Ferruccio Laviani: icona di italian style

Firma mondiale del design made in Italy e direttore artistico di Kartell, Ferruccio Laviani è uno dei “portabandiera” dell’Italian style

Architetto, designer, interior designer e art director di Kartell e, per un lungo periodo, anche di brand come Flos, De Padova, Foscarini, Moroso, Society (Limonta) ed Emmemobili, Ferruccio Laviani è una delle stelle più brillanti nel firmamento del progetto di design e di arredo italiano e internazionale.

Foscarini: la celebre lampada Orbital

Diversi oggetti da lui disegnati sono divenuti icone - come la lampada Orbital, di Foscarini, disegnata nel 1992 - e sono esposti nei maggiori musei del pianeta come le lampade Bourgie e Take, di Kartell, oggi parte della collezione permanente dell’IMA di Indianapolis (Usa).Il suo curriculum potrebbe proseguire ancora a lungo, con una folta lista di prodotti celebri. Eppure, di se stesso, Laviani parla mantenendo un low profile tanto che, nell’intervista, è stato addirittura difficile farsi dire quali siano i prodotti che lo hanno reso così popolare nel mondo del design o rammentagli che rappresenta uno dei “portabandiera” dell’Italian style.

 

 

DUE CUCINE DI SUCCESSO MONDIALE

Beluga, di Rastelli e disegnata da Ferruccio Lavian, punta al valore dei materiali, colore e decorazioni in un armonioso gioco di pieni e vuoti. Qui Beluga con frontali in rovere termotrattato, piani in pietra e pannellature e ripiani in metallo forato

Per il mondo dell’arredo cucina, Laviani ha firmato due modelli che, neanche
a dirlo, sono diventati due successi internazionali: Beluga, di Rastelli, e Hi-Line, di Dada«Quando con Rastelli si decise di mettere in produzione una cucina di fascia alta, siamo partiti con l’idea di creare un concept differente, un modello di rappresentanza, ma anche pratico, pensato per chi ama cucinare senza essere relegato in un locale chiuso», racconta Laviani. «È così che, nel 2012, nasce Beluga, sistema caratterizzato da volumi “trasversali” alla cucina e al living aventi la funzione di “separè” tra i due ambiti, e da un “taglio” architettonico, espresso da elementi come il bancone a ponte e l’armadiatura-libreria. Beluga è un modello “di buon senso”, con un linguaggio internazionale. Perché è concepito per gli ampi spazi tipici soprattutto dell’habitat domestico dei Paesi esteri, che peraltro costituiscono un’alta quota del
fatturato di Rastelli. Di Beluga, e delle cucine Rastelli, sono inoltre apprezzati i materiali impiegati, tra cui il marmo o il metallo di mensole e scaffalature, capaci di conferire al prodotto una qualità di tipo artigianale. Una peculiarità che accomuna molte aziende italiane, strutturate come fossero grandi artigiani, ma che si avvalgono di un controllo di qualità peculiare della produzione industriale».

L’altra esperienza di progetto cucina riguarda la collaborazione con Dada: «Un’avventura con percorso diverso», sottolinea Laviani. «Per Dada ho disegnato Hi-Line, e prima di questa, le cucine Quadrante, Vela e Quadra, molto tecniche e già concepite con un bancone operativo. Poi nel 2007 nasce Hi-Line, cucina sospesa con armadiature indipendenti, uno dei best seller di Dada ancora in produzione nella versione Hi-Line 6».

 

ICONE DI DESIGN E GRANDI MAESTRI 

La lampada Metal Bourgie, di Kartell. Nel primo anno registrò una vendita di 70mila pezzi

Laviani è noto internazionalmente anche per numerosi altri prodotti divenuti vere icone di design. In primis per quelli creati per Kartell di cui è art director e di cui ha firmato i progetti dei flagship store e dello showroom della sede dell’azienda. «Avere l’art direction di Kartell è una responsabilità enorme. Ma lavorare con Carlo Luti, presidente di Kartell, produce risultati incredibili. E infatti, gli oggetti che ho disegnato sono da considerare un’evoluzione del mio rapporto con l’azienda», prosegue Laviani. E alla domanda sulle motivazioni del successo del made in Italy e degli oggetti da lui disegnati risponde, con elegante modestia, ascrivendo il merito «ai maestri del design italiano, ai fratelli Castiglioni, a Gae Aulenti, a Vico Magistretti e agli altri Grandi che hanno aperto la strada e la testa al design industriale», conclude.

«La nostra generazione ha ricevuto una grande eredità e l’ha fatta  evolvere: nel gusto, nella capacità di non essere limitati o   chiusi, di avere una propria personalità, ma di non lavorare mai sull’iconografia personale per rendersi riconoscibile. Va quindi riconosciuto lo sforzo di tutti, delle nostre aziende, che si pregiano di un modo di produrre e di distribuire unico al mondo. La creatività, comunque, è il valore che più di ogni altro ci viene accreditato. Perché in Italia abbiamo un “incosciente” backgrond dato dalla nostra storia e dalla nostra cultura. Incosciente, perché lo abbiamo “dentro”, anche se spesso lo diamo per scontato».

Credenza Good Vibrations cabinet (2013), disegnata da Laviani per F.lli Boffi