Dalla Convention Federmobili, numeri per l’anno che verrà

grafico CasaDoxa arredamento casa 2020
Il 2020 chiuderà in contrazione ma con la voglia di reagire e quindi di spendere. L'analisi sul versante della domanda, con i dati forniti da retailer e produttori, è stata al centro della Convention Federmobili. Una leva per prepararsi al 2021

Con una contrazione importante ma non devastante dei fatturati, il comparto dell’arredamento deve saper chiudere il cerchio, ovvero approfittare delle risorse che si stanno liberando (grazie ai bonus) e dell’attitudine degli italiani, che sembrano inclini a spendere per la propria casa, su cucine e living in primis.

Il messaggio deve essere recepito da tutta la filiera, perché è con il lavoro di squadra che si potrà sperare di andare oltre questo periodo complicato, proponendo progetti chiavi in mano, non solo mobili. Il messaggio è arrivato dalla Convention di Federmobili, tenutasi online lo scorso 26 ottobre.

«Il punto vendita - è il preambolo di Mauro Mamoli, presidente di Federmobili - diventa il riferimento centrale per coordinare le risorse e offrire consulenza a tutto tondo».

federmobili cucina e living post lockdown 2020

Dal lato della domanda

Ma cosa chiedono, oggi, i consumatori? «Con la nostra ricerca CasaDoxa - osserva Paola Caniglia, responsabile della divisione Retail & Living di Doxa - analizziamo ogni anno il rapporto degli italiani con la casa. Il lockdown è stato un forte acceleratore di cambiamenti già in atto: l’insoddisfazione per la propria casa, fruita sempre più in modo sincrono e circolare dai suoi abitanti, è andata aumentando, facendo crescere anche la propensione a investire per migliorarla. Se a giugno il 58% degli intervistati si diceva pronto a effettuare interventi migliorativi e ristrutturazioni, questa percentuale è salita al 61% a settembre».

Elementi imprescindibili sono la tecnologia (connettività e dintorni), ma anche il benessere nella sua accezione di salubrità. «Gli ambienti in cima alla lista delle priorità - prosegue Paola Caniglia - sono living e cucina, rispettivamente con il 29 e il 26% delle preferenze, visto che sono i luoghi dove tutti ci siamo rifugiati e abbiamo svolto la maggior parte della nostra vita nei mesi del lockdown e, con lo smart working, in molti casi anche dopo».

I bonus governativi sono sempre più conosciuti e hanno un ruolo importante come propulsori della scelta che si basa molto sul tema della qualità. «Tra i criteri di scelta dichiarati - conclude Caniglia - è il rapporto qualità/prezzo a svettare, con il 74% delle preferenze, seguito dalla qualità dei materiali e dal prezzo (64%) che precedono di poco altre motivazioni risultate determinanti, come salubrità e sostenibilità dei materiali».

federmobili vendite vs preventivi 2020

La reazione del mercato

Precisando che si tratta di dati raccolti a settembre 2020, ovvero prima che la seconda ondata della pandemia si scatenasse sul nostro Paese, Mamoli ha esposto le principali evidenze emerse dal questionario sottoposto a 494 punti vendita (in media di 1.028 mq e con 6,5 dipendenti).

«Nel periodo gennaio/agosto 2020 - ha sottolineato il presidente di Federmobili - il fatturato è stato pari a 703.785 euro, con una variazione del -16,88% rispetto all’omologo periodo 2019. Per il 2020 nel suo complesso, la variazione di fatturato prevista è del -11,8%».

C’è da sottolineare però che in questi mesi il processo di acquisto si è velocizzato (molto, nel 13,6% dei casi, leggermente nel 38,40%), così come la percentuale di vendite (molto 12,45% o leggermente 38,15%), con uno scontrino medio che è rimasto invariato (43,95%) o è leggermente aumentato (30,24%).

Sono stati utilizzati i sostegni previsti dal Governo (soprattutto l’indennizzo da 600 euro per il lavoro autonomo, dal 69,87%), giudicati però non sufficienti dal 67% del campione. Ben l’84,54% si è visto costretto a ricorrere alla cassa intregrazione per i dipendenti, il 27,32% è ricorso allo smart working.

L'andamento della filiera

«Il dato da cui partire - ha sottolineato Maria Porro, la neo eletta presidente di AssArredo - è 35, i giorni di fermo totale delle nostre aziende nei mesi scorsi, che ci dà la misura dei dati che andremo ad analizzare».

La filiera del legno arredo, nel periodo gennaio/giugno 2020, ha diminuito del 24,3% i fatturati rispetto all’omologo periodo del 2019 e prevede una chiusura anno a -16%. «Per quanto riguarda l’export - ha puntualizzato Maria Porro - la stima è del -14% per le grandi imprese, -20% per le piccole e -26% per le microimprese. Se guardiamo all’andamento delle vendite gennaio/giugno 2020 del sistema arredamento, la contrazione media è stata del -27,3% rispetto allo stesso periodo del 2019, con una perdita più marcata (-29,7%) per il mercato nazionale, rispetto al -25,7% dell’estero. C’è da sottolineare la confortante ripresa degli ordinativi da marzo a maggio con un riallineamento delle esportazioni e la prontezza di reazione alla riapertura».

Ecco perché le previsioni di fine anno sono un -16,2% in totale, con un -16% per i mercati esteri e un -16,4% per il mercato nazionale.

Federlegno previsione fine 2020

Un lavoro di squadra

Il futuro si potrà affrontare meglio se il sistema continuerà a fare squadra e a comunicare efficacemente con i diversi attori del settore.

«Sono tre i filoni su cui lavorare insieme e cercare risorse - conclude Mamoli -. Finanziamenti per la sostenibilità, attraverso progetti comuni con cui attingere a fondi europei. Quindi la digitalizzazione, per arrivare a un’ottimizzazione, in modo da rinnovare o addirittura stravolgere l’attuale sistema di vendite e infine il progetto a 360°, perché la forza del made in Italy e del nostro lifestyle è proprio quella di poter curare un progetto di casa dall’inizio alla fine. Il progetto chiavi in mano è un valore aggiunto per tutti noi, sia lato industria che commercio. Solo in questo modo infatti riusciremo ad alzare la qualità, lo scontrino e il ruolo del negozio».