«Il concetto di sharing sta diventando sempre più influente, anche per l’evoluzione dell’arredo cucina».
Così esordisce Alessandro Finetto, direttore Global Consumer Design Whirlpool, parlando delle linee guida della ricerca progettuale del settore. «Ormai la casa è scandita in due aree, quella privata che comprende zona letto e bagno, e quella pubblica in cui si vive e condivide, che coincide con la zona giorno, dove oggi la cucina è un ambiente unico con il living. Il nuovo scenario domestico diventa determinante anche per il disegno dell’elettrodomestico che deve essere sempre meno “macchina” e sempre più arredo».
Questo passaggio come influenza la progettazione? «Per quanto riguarda il nostro gruppo, si sono delineate due strade. Da una parte prevale il linguaggio quasi salottiero della cucina esibita, esaltata da forti spessori materici e dall’accostamento di materiali diversi, in una atmosfera ispirata ai tanti programmi di successo condotti dagli chef. In questo caso anche l’elettrodomestico assume un ruolo da protagonista e tutto, dalle griglie ai comandi, dalle manopole alle maniglie, concorre a crearne la forte personalità. Dall’altra, e siamo sul fronte opposto, la cucina c’è, deve essere funzionale, ma deve anche sapersi mimetizzare all’occorrenza. In questo caso anche l’elettrodomestico diventa invisibile, è mono materico, prevalentemente in vetro, e anche l’impatto dei comandi deve sparire. Il concetto è “Non si vede, finché non lo uso e devo trovare il modo migliore per mimetizzarlo”. Apparentemente sono due strade opposte ma tante volte convivono nelle nostre case, e anche nei singoli prodotti. Di sicuro è scomparsa dalla testa delle persone l’idea della cucina da “chiudere a chiave” e da non mostrare mai. La controprova è che tutti, anche quelli che non possono per ragioni di spazio, sognano di avere una cucina con l’isola su cui lavorare e nello stesso tempo condividere quanto si prepara con familiari e amici. «Il fenomeno del ritorno al piacere del cucinare è ancora più evidente in nazioni diverse dall’Italia, in cui la tradizione culinaria è sempre stata radicata. Anche in Nord Europa, ad esempio, stanno ricominciando a cucinare davvero». Parlando, invece, di funzionalità evolute, entra necessariamente in gioco la nuova frontiera della cucina connessa. Grazie all’ “Internet delle cose” e a programmi controllabili anche a distanza e gestibili tramite App, la cucina diventa una “smart kitchen”. Alessandro Finetto spiega quali siano i campi di applicazione più interessanti dal suo punto di vista.
«Per collegarsi a quanto già espresso, esiste un concetto di “smart” influenzato dallo stile dell’elettrodomestico “invisibile”. Bottoni, pulsanti, maniglie spariscono a favore del display comandi touch, che consente di interagire in modo più ampio con l’apparecchio e di utilizzare in modo semplice programmi complessi. Oggi sono prerogativa delle proposte più alte di gamma, ma ci si aspetta che diventino comuni a tutti gli elettrodomestici. E i display sono l’interfaccia corretta per poter “navigare” e sfruttare le nuove funzioni smart. Per ora l’uso di questi prodotti è ancora passivo ma diventerà più attivo, e interattivo, nel momento in cui entrerà nei rituali della famiglia, scandendone i tempi e senza bisogno di programmazione. Sono sicuro che nasceranno nuovi spunti proprio dal consumatore che li utilizza e che si farà spontaneamente carico di condividerli anche attraverso il tam tam dei social media. L’altro aspetto interessante è, infatti, quello comunicativo legato alla possibilità di collegarsi all’esterno, per scambiare opinioni con una propria community. Infine, lo stesso elettrodomestico potrà essere fonte di informazioni. Penso al frigorifero, che potrebbe far parte di un programma di educazione alimentare, per razionalizzare la spesa e interagire con applicazioni che consentano di gestire il cibo in modo più efficiente. Come Gruppo abbiamo realizzato un test durato sei mesi in venti famiglie di Brescia, che hanno avuto in dotazione un set di elettrodomestici dotati di connettività e abbiamo registrato con grande sorpresa che più del 90 per cento delle persone ha espresso una opinione positiva perché si sono resi conti che li aiutavano ad avere una gestione migliore del proprio tempo. E non parliamo solo dei giovani. Per questo la prossima sfida che ci attende è quella di riuscire ad arrivare sul mercato con prodotti dotati di connettività che abbiano una differenza di prezzo veramente irrilevante rispetto agli altri. I tempi sono maturi per dare a tutti elettrodomestici evoluti e sempre più smart».