Catas: le criticità, i test e le normative sul tema della sicurezza in cucina

    Le criticità sulla sicurezza nell’ambiente cucina spiegate da Andrea Giavon e Franco Bulian, direttore e vice direttore di Catas, ente certificatore e laboratorio prove e analisi per il settore legno-arredo

    Polo d’eccellenza per il settore legno e arredo ed ente certificatore grazie a un laboratorio che si occupa di prove, analisi e test sui prodotti, Catas rappresenta un interlocutore autorevole sul tema della sicurezza per le imprese del settore. Ad Andrea Giavon e Franco Bulian, direttore e vice direttore di Catas, abbiamo rivolto alcune domande sulle criticità rilevabili nell’ambiente cucina.

    In cucina quali sono i punti più critici?

    Come per ogni ambiente di lavoro ci si può trovare di fronte a rischi più o meno importanti, ciascuno dei quali rientra in una delle tipologie nelle quali, per estrema semplicità e chiarezza, possiamo suddividere il “rischio cucina”, ovvero rischi dimensionali,
    meccanici, fisici e chimici. Tra i rischi dimensionali citiamo la possibile presenza di spigoli taglienti o di pensili troppo profondi, contro i quali è più facile sbattere il capo quando lavoriamo. Anche le altezze dei piani di lavoro sono importanti, dal momento che posizioni non corrette possono portare nel tempo allo sviluppo di patologie da postura. I rischi meccanici possono derivare da un pensile non agganciato correttamente che, riempito di piatti, cade rovinosamente a terra, con il pericolo di arrecare danni agli utenti. Anche i cassetti privi di “fine corsa” o un’anta che si stacca dal mobile contenitore, rovesciandosi su di noi, possono rappresentare un rischio per l’incolumità. Tra i rischi fisici ricordiamo il calore dei forni o dei piani cottura, senza dimenticare tutti gli aspetti elettrici che coinvolgono il mondo della cucina, dove trovano ospitalità svariati accessori e dispositivi. I rischi chimici sono legati a particolari sostanze che possono liberarsi dai mobili ed essere pericolose per la nostra salute. A questo proposito è da ricordare che la formaldeide viene emessa soprattutto dai pannelli a base legno, per quanto in Italia tutti i pannelli devono essere obbligatoriamente in classe E1, dunque garantire una bassa emissione di questa sostanza.

    Cosa indica la normativa per il settore?

    Esistono molte norme tecniche che specificano quali caratteristiche deve avere un mobile da cucina per essere sicuro. Le norme di riferimento sono la UNI EN 1116, relativa alle dimensioni, e la UNI EN 14749, per quanto riguarda la sicurezza meccanica,
    che descrivono sostanzialmente tutti i rischi che abbiamo elencato, dai problemi causati da una progettazione poco attenta fino agli aspetti meccanici che possono comportare rischi.

    Quali sono i test di laboratorio più richiesti?

    Le prove più richieste sono senza dubbio quelle relative al carico dei pensili, tema fondamentale per la sicurezza di una cucina, e le prove di durata dei cestelli e degli elementi estraibili. Quest’ultimo test è legato alla funzionalità delle attrezzature di un mobile da cucina e soprattutto al mantenimento di queste caratteristiche per il tempo che l’utente può ragionevolmente attendersi. Oggi l’utente è molto più esigente che in passato e pretende che una cucina “funzioni” e soprattutto che duri nel tempo. L’acqua e il fuoco sono elementi presenti in cucina.

    Catas: laboratorio prove sui prodotti finiti

    Che tipo di prove sono effettuate sui  materiali e sui componenti a questo riguardo?

    Si tratta di due rischi ben distinti. Per quanto riguarda il fuoco, non esistono leggi o normative specifiche per l’ambiente domestico. In ogni caso, la possibile origine di incendi può coinvolgere le apparecchiature elettriche, comunque soggette alle verifiche previste per legge, e la presenza di fiamme libere. Ad esempio, i piani cottura a induzione permettono di eliminare alla radice il pericolo di incendio. Rappresenta invece un tipo di rischio diverso l'acqua, perché non tocca il fondamentale tema della incolumità degli utenti, quanto la funzionalità e la durata di un mobile da cucina. La struttura di una cucina è realizzata quasi sempre con pannelli a base legno: se assorbono acqua si rigonfiano notevolmente e irreversibilmente. Esistono pannelli “idrofughi” e modalità costruttive -il postforming dei piani di lavoro -  che riducono i rischi derivanti dal contatto del mobile con l’acqua. Questa materia è regolata da diverse tipologie di prove che vengono eseguite per verificare la resistenza dei materiali (pannelli) o dei prodotti finiti sia all’acqua sia al vapore; tra i più richiesti i test sulla qualità e la tenuta della bordatura a sollecitazioni che coinvolgono acqua, vapore, umidità e temperatura.