Loto Ad Project, joie de vivre

Ridisegnando gli spazi attraverso il colore, Loto Ad Project crea uno stile riconoscibile, elegante e mai banale, un ambiente che racconta in modo originale la storia di chi lo abita

Gli spazi dell’abitare vengono sempre più progettati con rispettosa attenzione per chi andrà ad abitarvi, “vengono cuciti tenendo conto delle personalità dei proprietari e delle caratteristiche del luogo in cui sorgono, per un risultato finale di sorprendente continuità tra il fuori e il dentro, tanto in senso letterale quanto metaforico”. Questa la filosofia di Giorgia Dennerlein, un’architetta italiana di origini mitteleuropee che ha fatto del sincretismo culturale il punto di forza del suo lavoro. Architettonicamente ingegnosa ed eclettica nell’interior design, fonda nel 2015 Loto AD Project, un team dalle esperienze diversificate che lavora sull’innovazione per la creazione di una nuova armonia dell’abitare. Componente fondamentale della progettazione dello studio è il colore, che incarna le esigenze e i gusti dei futuri proprietari, che dà voce all’intima natura dello spazio, che crea armonie attraverso accostamenti degli arredi. “La joie de vivre è nei colori sgargianti calati sui rivestimenti o sui complementi d’arredo: un maquillage estroso che completa ogni nostro lavoro di progettazione regalando sempre nuove e originali suggestioni” racconta l’architetto.

Il cambiamento degli stili di vita ha comportato nuove dinamiche distributive a favore di una maggiore versatilità. Come si traduce questa tendenza nella progettazione degli spazi?

Le esigenze abitative attuali sono fortemente eterogenee, influenzate da una varietà di stili di vita. Fattori come la composizione del nucleo familiare (single, coppia o famiglia) e la tipologia di abitazione (primaria o casa vacanza) determinano scelte spaziali profondamente differenti. Per le residenze primarie si preferiscono configurazioni più ampie e articolate, spesso con la creazione di “spazi negli spazi”. Al contrario, nelle case vacanza si ricerca una maggiore condivisione, privilegiando soluzioni open space che possono essere delimitate da divisioni leggere, come le vetrate.

Il colore racconta una casa sospesa fra emozione e funzionalità. Da dove nasce la vostra ispirazione?

La scelta dei materiali e delle finiture e la selezione attenta dei colori sono in stretta relazione con il messaggio trasmesso dallo spazio, dalla sua identità e da quella di chi lo andrà ad abitare. Il nostro lavoro è ascoltare, cercare di capire quali vibrazioni rispecchiano maggiormente il desiderio del committente. La casa ideale ha un suono, un suono specifico che si manifesta nelle orecchie del futuro acquirente; nostro compito è tradurre quel suono in forme. Le opere architettoniche sono quadri impressionisti dove la luce e i colori sono “catturati” per trasmettere emozioni, per restituire ai futuri abitanti una propria dimensione del vivere.

Un ruolo determinante all’interno della vostra filosofia progettuale lo svolge anche la luce. Come viene articolata?

La luce è il fondamento del nostro progettare, sia la luce diretta sia quella indiretta; entrambe rivelano ed enfatizzano lo spazio, guidano il fruitore nel cammino e nell’osservazione degli ambienti. La selezione meticolosa degli apparecchi illuminanti costituisce un vero e proprio progetto a sé stante, e l’abilità del progettista si manifesta nella capacità di impiegare la luce in termini sia di intensità sia di estetica, equilibrando e fondendo un ruolo squisitamente funzionale a un sentire emozionale e a un gusto visivo. La luce è la componente magica che rende un progetto veramente valido e riconoscibile.

In un’organizzazione variegata e flessibile, come e dove si colloca la cucina?

La cucina è un vero e proprio “progetto nel progetto”, modellato in base allo spazio disponibile e alle abitudini d’uso del committente. Le nostre tendenze sono intrinsecamente legate ad ogni lavoro, alla sua natura mutevole. Abbiamo realizzato numerosi progetti eterogenei in cui la cucina ha assunto ruoli diversi: talvolta è stata protagonista, in continuità con il living, prediligendo materiali che ne esaltassero l’armonia spaziale; altre volte è stata definita in uno spazio proprio, dotata di molteplici funzioni, con materiali e colori che la definissero in quanto ambiente a sé stante, pur mantenendo l’armonia con il resto della casa. Certamente non ci siamo mai risparmiati, poiché riteniamo la cucina un luogo domestico di primaria importanza, per la funzione certamente, ma anche per la convivialità. Rispetto alla fattura, nella nostra esperienza è spesso il risultato di un mix di interventi, realizzati in parte da ditte specializzate e in parte da falegnamerie e da artigiani, che si spingono nella realizzazione di dettagli ancora più personalizzati.

Riguardo alla committenza, quanto i clienti sono coinvolti nella definizione degli spazi?

Ascoltiamo attentamente i nostri clienti per comprendere a fondo esigenze e desideri. Il nostro lavoro parte proprio dalla loro percezione, oggi spesso supportata da ricerche personali attraverso magazine, esperienze vissute, suggestioni trovate on-line. Da qui elaboro un concept preciso che si fonde con lo spazio e il luogo scelto. L’obiettivo è creare una soluzione su misura, una “ricetta unica” che vesta perfettamente le loro esigenze e l’ambiente circostante, raggiungendo un’armonia che ricerco con la massima dedizione.