Dal 22 al 26 settembre, Bologna sarà il centro mondiale della ceramica e dell’arredobagno con Cersaie 2025. Sotto la guida di Augusto Ciarrocchi, presidente di Confindustria Ceramica, la manifestazione si conferma come “la piattaforma più importante al mondo per la ceramica in termini commerciali”, ma anche come “il punto di riferimento culturale per tutti gli interlocutori della filiera, produttori, distributori, architetti, developer immobiliari, posatori, importatori”.
Dallo scorso anno il filo conduttore della manifestazione è il concetto di spazio architettonico. “Quando nel 2009 invitammo Renzo Piano a condurre la lectio magistralis ‘Fare architettura’ – sottolinea Ciarrocchi - lo facemmo per offrire una visione del materiale ceramico più ampia, e per iniziare a diffondere la cultura del progetto ceramico e delle sue potenzialità. Ancora oggi vogliamo continuare a declinare il concetto di spazio architettonico, considerando la ceramica come un elemento di sistema, come filo conduttore di una ricerca armonica che dal particolare si eleva fino ad arrivare alla discussione urbanistica”.
Oltre 155.000 mq di superficie espositiva e 600 aziende
La parte culturale si declina in diversi format, dalle conferenze con grandi studi di architettura ai caffè della stampa (dove i direttori delle principali testate di design e architettura dialogano su temi come abitare il lavoro, il benessere, la trasformazione, il sapere, lo stare insieme), fino al sapere specialistico, con la Città della posa nel padiglione 19, dove si coniugano formazione tecnica, analisi estetiche e il vissuto professionale di chi concretamente applica il materiale. La manifestazione continua ad esercitare una forte attrazione. “Quest’anno la superficie espositiva di Cersaie è aumentata di 10.000 mq per un totale di 155.000 mq - osserva Ciarrocchi -. Lo spazio dedicato all’arredobagno in questa edizione è aumentato. Questo è il frutto sia delle riconferme degli espositori delle passate edizioni a cui si sono aggiunti diversi nuovi ingressi, alcuni dei quali di ritorno dopo anni di assenza. Complessivamente saranno circa 600 le aziende presenti, con una percentuale del 40% di stranieri”. Altra novità di questa 42a edizione è l’ampliamento della mostra ai materiali di pregio quali legno e marmo e alle finiture e ai complementi d’interno quali porte, infissi e boiserie.

Ceramica, il total look e la versatilità in cucina
Il mix di innovazione e saper fare proprio del settore ceramico trova una forte potenzialità di espressione nell’ambito della cucina. “Il tema centrale - sottolinea Ciarrocchi - è la capacità della ceramica di creare un total look, con armonia cromatica e di dimensioni negli spazi. Può infatti caratterizzare rivestimenti e pavimenti, top cucina, negli spessori più sottili può rivestire le ante o i pannelli degli elettrodomestici incassati. La ceramica rappresenta la sintesi più alta tra versatilità estetica e performance tecniche, viste le caratteristiche di salubrità certificata, igienicità, sanificabilità e compatibilità con piani induzione”.
Produttori e mobilieri, un importante passaggio culturale
Nel rapporto con i produttori e i mobilieri si è verificato un importante passaggio culturale, quando la ceramica è stata finalmente vista come una superficie a tutto tondo dalle innumerevoli potenzialità. “Avendo alle spalle una struttura industriale a livelli di fabbrica 4.0 – osserva Ciarrocchi - non abbiamo problemi a risolvere esigenze particolari o a fornire anche grandi volumi grazie alla natura industriale delle nostre aziende”. La ceramica valorizza la decorazione digitale e la creatività estrema, rafforzando il concetto che è superficie per eccellenza. “I tre livelli di Cersaie 2025, cultura, sapere e saper fare – dice il presidente di Confindustria Ceramica -, incarnano il metodo con cui la ceramica italiana guarda al futuro: innovativa, progettuale, integrata e capace di dialogare con l’intera filiera e con il mondo dell’architettura, del design e dell’edilizia”.
Lo scenario economico, il potenziale Usa e dell'area del Golfo
Augusto Ciarrocchi sottolinea l’eccellenza del comparto nazionale, composto da 122 aziende attive nella produzione di piastrelle, 31 produttrici di ceramica sanitaria, 30 attive nella produzione di materiali refrattari, 57 attive nel settore dei laterizi e 8 nella produzione di stoviglie in ceramica. “Il fatturato 2024 è stato pari a 7,5 miliardi di euro, con un export pari all’80% circa per le piastrelle e al 50% circa per la ceramica sanitaria. L’innovazione del settore nasce in Italia: sarebbe veramente necessaria l’introduzione, anche in Europa, di una legislazione sulla denominazione di origine dei prodotti, per informare e rendere consapevole delle scelte il consumatore europeo”. Per il 2025 “l’unica cosa certa è la totale incertezza”. Cresce l’interesse degli Usa, mercato dove la ceramica italiana conquista quote a dispetto anche dei produttori con prezzo più basso, nonostante la pressione dei dazi e l’impennata dei costi energetici. “L’accordo Usa-Ue sui dazi rappresenta un passaggio essenziale - puntualizza Ciarrocchi - da traguardare il prima possibile. Una delle cosiddette ragioni per le quali l’amministrazione Trump ha posto i dazi è di riportare le fabbriche negli Stati Uniti, cosa che la ceramica italiana ha fatto da tempo arrivando oggi a coprire un terzo della produzione statunitense. Guardiamo con interesse anche ad altre aree dall’alto potenziale, come ad esempio quella del Golfo".




