Mario Abis, Makno & Consulting

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Su quali elementi si gioca la percezione di un design che sia eco-compatibile. L’opinione di Abis a partire da ricerche condotte in tutta Europa

Mario Abis, professore di Sociologia dei media dello IULM e direttore generale del Centro Ricerche Makno & Consulting, interviene sul tema dell'Eco Design.

Nell'ambito dell'attività di ricerca di Makno & Consulting grande successo ha avuto Housing Evolution Design, l'osservatorio sulla casa e sull'abitare specificatamente dedicato al Design. Riguardo al design, le ricerche hanno permesso di osservare le differenze che esistono tra i diversi paesi europei nella sua percezione e nei fattori che ne definiscono la domanda. Nella scelta dell'arredamento, ad esempio, la qualità dei materiali si configura come fattore chiave, con forti accentuazioni soprattutto in Italia e Spagna. La ricerca conferma anche a livello europeo la comune percezione dell'Italia come Paese leader nella creazione dei migliori prodotti di design. Il design “Made in Italy” è uno stile, un marchio, che rappresenta ancora oggi un fattore distintivo e di competitività per l'Italia.

“La percezione diffusa è che in pochi si siano attivati per costruire una maggiore consapevolezza delle tematiche legate alla sostenibilità. I temi collegati alla generale area della “sostenibilità” vengono attualmente trattati con un'impronta fortemente ideologica: a livello macro i tratti che delineano il tema sono quelli della necessità di serietà e di impegno. A questi tratti, tuttavia, non vengono associati quelli della innovazione e della modernità. Di fatto il tema della “sostenibilità” non controbilancia il portato della serietà/impegno con quella della leggerezza e ciò può costituire il contesto per una caratterizzazione “pesante” e un po' vecchia che ha riflessi controproducenti. 

Di fatto sostenibilità e responsabilità sociale vengono sovrapposte e confuse. Inoltre, la percezione della dimensione con cui alcuni comportamenti impattano sul consumo energetico domestico è sostanzialmente debole, ed una significativa percentuale di cittadini mette in pratica comportamenti a cui attribuisce erroneamente un forte impatto sul clima.
Se il livello di “investimento psicologico” delle famiglie italiane nei confronti della propria casa continua ad aumentare, deve al contrario ancora migliorare il grado di conoscenza e d'informazione sui temi dell'efficienza energetica e sulle modalità di adozione di comportamenti di risparmio energetico domestico.

Sotto il profilo di una completa sostenibilità ambientale, nel nostro paese, purtroppo c'è ancora molto da lavorare e la strada per raggiungere altri Paesi europei più virtuosi è ancora lunga. Da un'indagine Makno su questi temi, ad esempio, i cittadini italiani mostrano una maggiore attenzione “teorica” nei confronti dei comportamenti rispettosi dell'ambiente: in Svezia, Gran Bretagna, Germania e Francia la maggioranza dei cittadini, al contrario, ritiene di non dover apportare alcuna modifica alle proprie abitudini, in quanto già fondamentalmente corrette. In ogni caso una maggiore consapevolezza dell'importanza dell'efficienza energetica domestica nel quadro attuale deve necessariamente passare attraverso un maggiore impegno comunicativo a livello istituzionale: la percezione largamente diffusa è infatti che nessuno si sia attivato in questo senso. 

Il progettista ha un ruolo decisivo nel costruire un sistema progettuale che “contenga” anche un buon livello di informazione e di esemplificazione di best practices rivolte al consumatore. In sostanza il progetto deve essere educativo anche per il consumatore.
Oggi si assiste ad un interesse generale nei confronti della bioedilizia e delle soluzioni costruttive che prevedano l'impiego materiali sostenibili: circa un quinto degli italiani esprime forte interesse per l'utilizzo di materiali eco-compatibili; l'ipotesi di sostenere una spesa aggiuntiva nell'immediato affinché la casa benefici di un migliore isolamento termico; l'interesse a migliorare il rendimento energetico del proprio edificio.

Quindi sì, si può parlare di architettura sostenibile ma a patto che questa non sia semplicemente un'etichetta, come la classe di consumo energetico degli elettrodomestici, riferita a sé stessa, utilizzata principalmente con obiettivi di marketing immobiliare. Anche per il design vale lo stesso discorso, ma percepito più debolmente dal consumatore.  In fondo il design ha da sempre perseguito il rispetto per l'ambiente, è nelle sue radici e nella sua mission.  Chi compra prodotti di design è solitamente un segmento privilegiato, con un profilo socio-culturale elevato, cui si accompagna una maggiore sensibilità nei confronti dei temi ecologici.  Ma di certo non basta avere un'etichetta “eco” per far comprare un prodotto, è un valore che conta residualmente: se Apple producesse computer orrendi il fatto che siano costruiti in alluminio non conterebbe nulla, verrebbero comprati prodotti concorrenti ma più appaganti dal punto di vista estetico.

La sostenibilità è, quindi, un obiettivo raggiungibile e un valore su cui c'è attenzione da parte del mercato, a patto che sia svincolata da ogni connotazione ideologica, del tipo “compro una casa sostenibile perché voglio salvare il pianeta “, e legata ad un disegno economico: compro una casa sostenibile perché spendendo di più oggi realizzo un guadagno sul medio-lungo termine”.