FederlegnoArredo protagonista del Cluster Tecnologico Nazionale Made in Italy

La nascita del nuovo Cluster è stata commentata con entusiasmo dal presidente di FederlegnoArredo Emanuele Orsini. “Il coinvolgimento delle imprese, dei principali centri di ricerca e università - ha affermato - garantirà a questa iniziativa una spinta innovativa che gioverà a tutto il nostro settore"

Si è costituito a Milano, il 21 novembre, il nuovo Cluster Tecnologico Nazionale “Made in Italy”, alleanza pubblico-privata coordinata da SMI – Sistema Moda Italia (l’Associazione di categoria del Tessile/Abbigliamento, aderente a Confindustria) nata per far dialogare in modo più fluido e strutturato le Università e il mondo della ricerca con le aziende delle filiere del “bello e ben fatto”: arredo e suoi complementi, tessile/abbigliamento, scarpe, accessori in pelle, occhiali, pellicce, orafi. Coinvolti da subito anche i settori agroalimentare e meccanico.“Una grande sfida – sottolinea Emanuele Orsini, presidente FederlegnoArredo – che consentirà alle nostre aziende di disporre di un centro di eccellenza e dialogo utile a supportare l’attività di innovazione delle nostre imprese, alle prese quotidianamente con le sfide di un mercato in costante e rapida mutazione. Non solo, la presenza di Marta Anzani come rappresentante della nostra Federazione nel comitato di coordinamento del cluster garantirà un forte presidio delle tematiche di nostro maggiore interesse”.
Sono 22 i soci fondatori che hanno sottoscritto l’atto costitutivo: sette associazioni nazionali, tra cui FederlegnoArredo, CNA e Confartigianato; sette Cluster regionali, Poli di Innovazione, Centri Tecnologici, Stazioni Sperimentali; 0tto enti di ricerca e Università, tra cui CNR, Enea, La Sapienza di Roma, Federico II di Napoli, Università di Bologna, Università di Firenze, INSTM (Consorzio Interuniversitario Nazionale per la Scienza e Tecnologia dei Materiali). Ad essi si uniranno altri sei soci fondatori (tra cui ENEA e CNR,), che completeranno il team di partenza. Ai soci fondatori spetterà l’importante compito di avviare l’attività del Cluster, organizzarne il funzionamento e iniziare a redigere il Piano d’Azione triennale richiesto dal MIUR.
Dovrà poi essere affinato e rodato il modello organizzativo, che è piuttosto articolato, per tenere conto delle molteplici filiere, settori, regioni e stakeholder partecipanti. Ma l’iniziativa punta a coinvolgere da subito il maggior numero di soggetti, in una logica di inclusività. Già molte aziende e numerosi altri istituti di ricerca hanno manifestato l’interesse ad aderire e 10 Regioni (Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Puglia, Campania e Umbria) avevano già assicurato il loro supporto lo scorso anno, in occasione della presentazione del progetto di Cluster al MIUR.

Soddisfatto si dichiara anche il presidente del Cluster Alberto Paccanelli: “Le richieste di autentica sostenibilità e la rivoluzione digitale stanno mutando rapidamente lo scenario in cui si muovono le aziende dello stile di vita italiano", afferma Paccanelli. "Per accompagnarle e sostenerle in questa fase di profonda trasformazione, il Cluster si porrà come elemento catalizzatore, per far lavorare in modo sinergico il mondo della ricerca e quello dell’industria, nel campo della ricerca applicata e del trasferimento tecnologico”.