Dante Donegani e Giovanni Lauda, designer

la parola a... –

Smart, ovvero, progetti tangibili, tradotti in “cucine vere”, capaci di tener conto, ad esempio, delle diverse modalità di preparazione e consumo del cibo

Tre anni di ricerca e di collaborazione tra Veneta Cucine e Domus Academy lungo un percorso che da Living Kitchen (nel quale sono stati coinvolti designer e progettisti di grande esperienza) è passato al progetto dei giovani designer di Personal Kitchen, per approdare lo scorso anno alla terza via della nuova cucina: Glocal Kitchen. in quest'ultima fase la ricerca si è focalizzata sulla necessità di ripensare la cucina componibile in ragione della tradizione culinaria e della cultura di due grandi civiltà come quella cinese e indiana.


I risultati si sono trasformati da visioni in progetti tangibili, poiché tradotti in “cucine vere”, capaci di tener conto, ad esempio, delle diverse modalità di preparazione e consumo del cibo. In-Dia Kitchen, il concorso per studenti e professionisti di nazionalità indiana previsto per quest'anno, è un invito a indagare le relazioni di spazi e prodotti tra la cucina occidentale e quella di un grande paese orientale come l'India.

Ecco il punto di vista, a proposito di Smart Design, di Dante Donegani & Giovanni Lauda,  progettisti, direttore e docente del master in Design Domus Academy


All'interno dell'ambiente domestico, e dell'ambiente cucina in particolare, accanto alla sfida del risparmio energetico grande importanza assumeranno nel prossimo futuro i temi legati allo Smart Design, ossia a tutto ciò che è “facile”, semplice da progettare, da produrre, da montare, da utilizzare.


Oggi più che mai con il ritmo che ha assunto la vita di tutti noi e con l'ormai cronaca mancanza di tempo che ci impedisce di portare a termine le abitudini più elementari come prepararci una cena o lavarci i vestiti, diventa essenziale quanto necessaria la semplificazione delle tecnologie e di conseguenza dei sistemi con i quali ci interfacciamo.


Sono numerosi i fattori che hanno segnato un cambiamento delle abitudini legate all'ambiente cucina e che conseguentemente stanno trasformando l'impostazione dello spazio, degli elementi che lo compongono, delle attrezzature di cui è dotato.


Per prima cosa la modificazione quantitativa e qualitativa composizione della famiglia ha trasformato tempi e stili di vita. Poi i nuovi modelli abitativi, con case sempre più piccole nelle quali l'aspetto dimensionale diventa fondamentale o al contrario con tipologie abitative emergenti (loft, open space). Trasversalmente le nuove abitudini alimentari (diffusione di modelli orientali in occidente e occidentali in oriente) e nello specifico le diverse modalità di preparazione e consumo del cibo di paesi molto lontani finiscono necessariamente per influenzare lo sviluppo di nuovi modelli di cucina modulabile e componibile incidendo in modo radicale sul layout degli spazi.


Semplificazione è una delle parole d'ordine. La diversificazione dell'azione del cucinare per categorie di persone che prima ne erano escluse, comporta necessariamente la progettazione di apparecchi e sistemi intuitivi, semplici, alla portata di tutti. In questo senso bisogna sottolineare come la diffusione dei prodotti dell'industria alimentare abbia ridotto sensibilmente il numero e le operazioni da svolgere all'interno dell'ambiente cucina.


Troppo spesso la progettazione in cucina si riduce esclusivamente ad operazioni di styling (solo a livello estetico). Per delineare modelli di sviluppo coerenti con le aspettative future occorre coinvolgere fortemente gli elettrodomestici. Produttori di cucine e di elettrodomestici, due mondi che lavorano parallelamente, non sempre riescono a trovare sinergie così profonde da generare grande innovazione. Il futuro favorirà sicuramente l'incontro e la relazione sempre più stretta tra questi due protagonisti della cucina.


Nel percorso di ricerca svolto in collaborazione con Electrolux abbiamo cercato di porre l'attenzione sugli elettrodomestici per cercare di renderli protagonisti dell'identità dell'ambiente cucina. Volevamo uscire da logiche consolidate del “minimizzare”, dell'incassare, del built-in, che vuole sempre nasconderli; li abbiamo fatti “saltar fuori” in modo evidente, esplicito, proprio perché diventino i nuovi attori di questo spazio.


L'obiettivo era appunto quello di cercare nuove relazioni tra produttori cucine ed elettrodomestici. Abbiamo ottenuto, in alcuni progetti, risultati paradossali, come cucine prive di elettrodomestici, sostituiti da prodotti dell'industria alimentare, o elettrodomestici così mobili e dinamici che possono essere posizionati ovunque all'interno della casa e non necessitano pertanto di ambienti con caratteristiche specifiche nei quali essere collocati, come le cucine”.