Confindustria Ceced Italia presenta il Report Home Appliance Europe 2015-1016

Gli elettrodomestici, connessi e smart, sono i grandi protagonisti dell’economia circolare europea secondo i dati raccolti da Ceced Italia.

Nella giornata di ieri, martedì 18 luglio, sono stati presentati da Confindustria Ceced Italia (associazione aderente a ANIE Confindustria che rappresenta l’industria tecnologia italiana più innovativa) i risultati del Report Home Appliance Europe 2015-2016. Questi i temi principali, illustrati da Manuela Soffientini, presidente dell’associazione: economia circolare, smartness, connettività degli elettrodomestici. Tutte tematiche dominanti per definire lo scenario, immediato e a medio termine, del settore industriale degli elettrodomestici e del loro utilizzo nelle famiglie italiane e d’Europa, visto che l’industria degli elettrodomestici in Italia da sempre opera anche per tutta l’Europa.

La connettività degli elettrodomestici è già una realtà” ha esordito Soffientini: il mercato europeo offre oltre 2.100 modelli connessi in rete. E sono in costante aumento partendo da zero, cinque anni fa. In Italia nel primo semestre 2017, il 18,3% (dato GfK) delle lavabiancheria vendute è connesso: si tratta dei modelli più performanti e a maggior valore aggiunto, che sono diventati la caratteristica qualitativa del made in Italy, riposizionato sul medio-alto di gamma e non più produttore di volumi, anche se la promozionalità non aiuta a riconoscere compiutamente questo valore.

La connettività rientra nel nuovo paradigma della smartness, che significa l’uso più razionale e consapevole delle risorse energetiche a partire dagli elettrodomestici in uso in ogni famiglia fino alla smart grid, cioè la rete elettrica “intelligente” passando per l’edificio e la città smart.
I produttori di elettrodomestici stanno operando verso la facilità d’uso e l’interoperabilità universale della connettività per consolidare la nuova cultura di consumi sostenibili con i relativi vantaggi ecologici ed economici. La connettività è uno strumento che può contribuire al successo dell’economia circolare, scenario culturale, regolatorio, operativo, che sarà la sintesi del futuro del settore degli apparecchi domestici e professionali e della società sostenibile.

Soffientini ha ricordato che “non si tratta di un obiettivo lontano, ma di una serie di condizioni che già ora vanno considerate nell’impostazione dei prodotti che saranno sul mercato nei prossimi anni”. I principi che costituiscono l‘economia circolare sono in discussione a livello UE in particolare con la revisione della Direttiva Quadro sui Rifiuti e la Direttiva RAEE (Rifiuti Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) con riferimento all’ecodesign, all’utilizzo delle materie prime seconde, al ricondizionamento, al riciclaggio e al trattamento del fine vita.

I produttori in Italia, in sintonia con le altre associazioni nazionali in Ceced Europa, avanzano la richiesta di una normativa che non interferisca con quelle esistenti; definisca i perimetri di competenza dei diversi attori del sistema, ciascuno per il proprio ruolo, lasciando la giusta flessibilità ai singoli stati membri. Un esempio è il decreto del Ministero dell’Ambiente n.140 del 10 giugno 2016 che fornisce un’apertura del mercato del ricondizionamento prodotti a soggetti che, a oggi, non sono tenuti a rispondere ad alcun tipo di requisito: potrebbero così sorgere rischi per il consumatore in termini di sicurezza e prestazioni senza che sia possibile risalire con certezza a chi ha immesso nel mercato il prodotto ricondizionato.

I produttori lavorano per l’Europa e innovano a livello europeo e mondiale: con questa visione, le industrie in Italia si sono riposizionate, mantenendo il secondo posto in Europa, dietro la Germania, per fatturato, numero di addetti, contributo al PIL. Questo permette di guardare oltre le difficoltà produttive nel primo semestre 2017, mentre prosegue il processo delle apparecchiature professionali: fatturato in crescita di +5% con 70% all’export. Nessun singolo mercato nazionale europeo ha oggi dimensioni per le quali sia possibile rientrare dagli investimenti indispensabili per la continua innovazione in prestazioni, connettività, smartness, che è la politica industriale più efficace e irrinunciabile per i produttori in Italia.


I grandi elettrodomestici
Per quanto riguarda i grandi elettrodomestici, il sell-in del primo semestre in Italia si chiude allo stesso livello del periodo corrispondente dell’anno precedente e con +4% in giugno. Tale andamento segna un rallentamento fisiologico dei primi mesi dell'anno, ragionevolmente riconducibile al picco di sell-in registrato a fine 2016. L’export denuncia una frenata a due cifre con particolare evidenza nel comparto della cottura (forni e piani), tradizionalmente i prodotti di maggior successo nel mondo grazie al valore del design, della qualità e della cucina italiana.
Sono in forte crescita i prodotti al top di gamma, che offrono prestazioni di alta qualità e le funzioni di smartness e connettività, sempre più importanti per il mercato: per esempio, i modelli di lavabiancheria con connettività e smartness sono oggi oltre 2.000 (non esistevano cinque anni fa) e costituiscono il 18% del mercato (dato GfK). Gli utilizzatori sembrano quindi evolvere dall’efficienza energetica all’intelligenza energetica metabolizzando i vantaggi della connectivity per la gestione intelligente dei consumi energetici dell’abitazione in un’ottica di smartness per la casa, da allargare a edificio, rete, fino alla città smart. Nel lavaggio, l’offerta delle lavabiancheria smart e connesse ha mantenuto stabile il sell-in dei primi sei mesi 2017. In netto aumento i valori per lavastoviglie (+4,3%) e asciugabiancheria (+7,2%) anche per gli incentivi e la loro minore penetrazione nelle famiglie italiane. In calo il sell-in dei frigoriferi (-3%) contenuto grazie ai modelli da incasso: i combinati bottom segnano +8%. Ormai consolidata la prevalenza dei modelli no-frost: 73% del mercato (dato GfK). La cottura nel mercato italiano non risente delle difficoltà dell’export con +2,4% per i forni e -0,8% per i piani cottura: per questi ultimi diventano sempre più importanti i prodotti più innovativi, tra i quali i piani cottura a induzione arrivati al 27% delle vendite totali (dato GfK). Leggero calo per le cucine a libera installazione, ormai prodotto di nicchia con positività sui prodotti top di gamma. Positivo all’export. In sintesi, il sell-in in Italia si mantiene stazionario mentre si osservano preoccupanti segni di cedimento nel sell-out a valore quale probabile conseguenza di politiche commerciali che non sembrano conferire il giusto valore all’innovazione e alla qualità dei nuovi modelli per i quali i produttori continuano a investire ingenti risorse.