Veneta Cucine. Racconti di vita

Il nuovo spot “La vita” di Veneta Cucine fotografa attimi autentici ed è una celebrazione della quotidianità. Declinato per la televisione, la radio e il web, rappresenta la sintesi di un nuovo approccio nella comunicazione di Veneta Cucine che vuole raccontare storie vere, piene di emozioni ed esperienze.

Il consumatore, tutto da capire, emozionare, coinvolgere. Anzi, da raccontare. Con semplicità e passione, come la vita, come una cucina “vera”. Per capire la filosofia di comunicazione dell’azienda, basterebbe sfogliare un catalogo di Veneta Cucine, come “Passione&Tempo” per Carrera, ben lontano da qualsiasi definizione algida dell’ambiente, tutto giocato sull’identificazione possibile con diversi “caratteri” e personalità di vita, già oltre i lifestyle di recente memoria. Ma, tradotto in termini di strategia, ce lo spiega direttamente Paolo Colle, direttore marketing di Veneta Cucine. «Il coinvolgimento del consumatore finale passa attraverso un modo trasversale di offrire l’informazione, non solo dal punto di vista tecnico ma anche e soprattutto dall’identificazione emotiva, dove la personalizzazione del progetto deve essere l’obiettivo, utile a facilitare la scelta del consumatore». Che sempre più spesso avviene anche tramite la rete. «Il sito internet rappresenta molto spesso il primo contatto, quindi il prodotto si racconta e si anticipa con immagini, sia con riscontri di narrazione di ambienti e storie, come in “Album”, il nostro nuovo modo di presentare il prodotto con filmati ed immagini, che contatta il consumatore ancor prima di un catalogo o di una visita in uno showroom, sia con l’effettiva possibilità di vedere realizzazioni vere, che nella sezione “Racconti di vita” del sito permette ai nostri consumatori di pubblicare e condividere la loro nuova cucina».

Un’impostazione che si ritrova con coerente e coinvolgente fascino anche nella campagna pubblicitaria, come conferma Colle. «Il nuovo spot “La vita” proprio in questo senso interpreta il ruolo della realtà di tutti i giorni, rappresentando attimi di vita molto veri, ove la credibilità della promessa deve essere poi confermata nei fatti, dall’effettiva capacità di riscontrare flessibilità e capacità di interpretazione progettuale del prodotto stesso». Per quanto riguarda gli inevestimenti, il direttore marketing precisa: «La corretta ripartizione dell’attività di comunicazione prevede un investimento su diversi media, che ritengo corretto suddividere non tanto in valori, percentuale “X” alla tv o “Y” alla stampa, ma in immagini, in video o in azioni che devono correlarsi in tempi e continuità di contatto, in tempestività delle risposte o delle stimolazioni, in coerenza dei messaggi che le azioni vogliono suscitare. In questo i vari social, pur con ritmi e potenzialità diverse, entrano in contatto con il consumatore e devono essere coerenti con il modo di essere brand, grazie alla nostra regia, che non si manifesta solo nell’apparentemente semplice, ma in realtà complesso, metodo di scelta e pianificazione della comunicazione, ma anche con la ricerca dell’uniformità e corrispondenza tra il raccontato e quello che effettivamente accade». 
E se il consumatore è al centro dei “racconti di vita” narrati dal brand, il ruolo del punto vendita è di co-protagonista. «Non può esistere comunicazione coerente - sottolinea Colle - se tutta la filiera non ne è in qualche modo coinvolta e, pur nel rispetto della propria identità, anche la distribuzione deve saper esprimere i valori della marca e confermarne i contenuti. La regia consiste proprio nell’offrire in modo organizzato un metodo di lavoro che possa supportare e, ove necessario, consigliare ogni iniziativa».