Un punto di incontro in uno spazio aperto

Un’ampia zona giorno caratterizza la ristrutturazione di un appartamento ricavato da un edificio rurale, già utilizzato come ufficio. Arredo chiave è il tavolo, non solo come confine tra i diversi utilizzi dell’ambiente interno, ma anche come elemento di accoglienza nel patio esterno

Rivoluzionare uno spazio architettonico cambiando destinazione d’uso e ristrutturando completamente gli interni. Questo, in estrema sintesi, l’intervento di restauro globale di una casa di circa 120 mq e su tre livelli sita a Rosà (Vicenza), che oggi si presenta come un’unità abitativa di grande comfort, in cui cucina, pranzo e living si compenetrano in unico ambiente “fresco” e luminoso.
La massima fruibilità dello spazio, concepito secondo un layout aperto, senza barriere murarie, caratterizza la grande area giorno deputata alla socialità. Dove i momenti dedicati alla consumazione e alla preparazione dei cibi si possono condividere con grande agio e libertà tra la cucina e il grande tavolo posto di fronte. Mentre sul lato opposto dell’ambiente, si può continuare a leggere un libro e stare in compagnia.

DA UFFICIO A RESIDENZA APERTA
Oggi, quindi, la casa di Rosà - House PB - risulta completamente differente da come era in origine grazie alla creatività dei due architetti che hanno curato sia l’intervento architettonico sia gli arredi. E che hanno riconvertito l’ufficio del piano terra in spazio abitativo. Gli architetti ci hanno raccontato l’iter del progetto da principio, dall’abbattimento delle partizioni murarie del piano terra che oggi corrisponde alla zona giorno e cucina

Il nuovo open space della cucina-living; la porta scorrevole cela una scala (Foto e styling: Make That Studio)

«L’edificio era in origine un piccolo annesso di un fabbricato rurale più grande », spiegano i progettisti. «Costruito nei primi anni del 1900, l’edificio ha subito un restauro di consolidamento verso la fine degli anni ’90 per essere adibito ad uso ufficio». La riconversione finale in abitazione avviene grazie al poderoso intervento di ristrutturazione attuato dai due architetti, che ha visto il completo rifacimento degli interni dei tre piani e la realizzazione di uno spazio giorno con cucina al piano terra. Obiettivo del progetto era riuscire a sfruttare al meglio i 33 mq del piano terra e realizzare ex novo la cucina, a iniziare dagli impianti tecnici fino agli arredi.

Così della vecchia casa, a piano terra, è stata conservata solamente la struttura perimetrale
esterna; l’ingresso è stato mantenuto sul fronte principale; mentre per gli interni le murature sono state abbattute per fare largo a un unico ampio open space. Lo si può vedere dalla pianta del “prima”, quando gli spazi erano destinati ad uffici:
entrando si accedeva in una sala con un grande tavolo riunioni. Da questo ambiente si passava nell’ufficio successivo arredato con due poltrone e una scrivania e in cui si trovava la scala a vista. Nella pianta del "dopo", è immediatamente visibile il nuovo concept di unico grande spazio aperto.

La cucina con ante in laccato bianco e schienale in legno di rovere e ii tavolo abbinato, entrambi creati su disegno (Foto e styling: Make That Studio)

dove c’era il tavolo riunioni ora è collocata la cucina ad angolo, una soluzione a parete che si confronta con il tavolo da pranzo. «L’unico elemento del piano terra che abbiamo conservato è stato il pavimento, una ‘veneziana’ rossa che è stata mantenuta e valorizzata», spiega Paolo Didonè.
«Nel nuovo assetto della zona giorno, anche la scala è stata conservata, ma è stata celata da una parete mobile rivestita da una pellicola scrivibile come una lavagna. La soluzione conferisce al contesto un tono più contemporaneo e ha consentito il recupero del vano sottoscala».

La zona relax arredata con elementi su misura e lampade e oggetti iconici, tra cui la chaise longue Le Corbusier e la lampada parentesi di Achille Castiglioni (Foto e styling: Make That Studio)

NUANCE ARMONICHE E DESIGN D’AUTORE
Per la cucina, ecco quindi un impianto d'arredo creato ex novo, una soluzione a L costruita su disegno dei due architetti con l’idea di ottimizzare al massimo lo spazio disponile e di rendere l’arredo in armonia con le tonalità della preziosa pavimentazione.
«Dal punto di vista estetico abbiamo cercato di abbinare le nuance del pavimento esistente con i mobili della cucina e della zona relax: questo è stato un po’ il filo conduttore del progetto d’interior della cucina e dell’intero ambiente giorno», continua l’architetto Didonè. «La preziosa pavimentazione è rimasta così come l’abbiamo trovata, non ha subìto nessun danno. Anche se qui, prima, era collocato un ufficio e si trattava quindi di realizzare ex novo gli impianti di acqua, luce e gas. Che abbiamo installato a muro salvando la superficie a terra.
Per armonizzare i colori della pavimentazione sia con i mobili della cucina sia con il resto del living, abbiamo giocato con bianchi e legni. Sono state tinte di bianco anche le travi del soffitto, in precedenza trattate con un impregnante protettivo scuro. Particolarità dell’arredo cucina sono i pensili costruiti con la stessa profondità delle basi, così pensati per donare continuità all’impianto volumetrico della composizione. In questo modo, la zona tra basi e pensili forma una nicchia, che è stata rivestita in legno di rovere spazzolato».

Il tavolo realizzato in abete massiccio e le sedie Eames Plastic Chairs, di Vitra, versione  della leggendaria
fiberglass chair progettata da Charles & Ray Eames nel 1950 (Foto e styling: Make That Studio)

In legno, ma di abete, è costruito anche l’ampio tavolo di fronte alla cucina, creato su disegno per accogliere più di otto persone. «Il piano del tavolo e i setti portanti in acciaio verniciato bianco sono assemblati tra loro in modo tale che il piano sia fruibile da più commensali», conclude l’architetto Didonè. Attorno a questo, le sedie Eames Plastic
Chairs di Vitra, celebre modello entrato nella storia del design.
In legno di rovere sono realizzati, sempre su disegno, i contenitori della zona living sul lato opposto dell’open space, arredata con divani bianchi e con oggetti iconici: le lampade Eclisse e Tizio di Artemide, la lampada Parentesi di Flos, disegnata da Achille Castiglioni, la chaise longue progettata da Le Corbusier.
Anche nel patio esterno è sistemato un altro grande tavolo, un pezzo creato dai due architetti con piano in legno e una originale struttura di sostegno in ferro. Un essenziale e funzionale elemento di arredo, sì, ma anche un ulteriore punto di riunione per amici e famiglia, attorno a cui ritrovarsi e stare in compagnia.

Gli architetti Paolo Didonè e Devvy Comacchio
HOUSE PB (VI) - SCHEDA PROGETTO

RISTRUTTURAZIONE E ARREDO: 
arch. Paolo Didonè e arch. Devvy Comacchio - Studio Didonè Comacchio Architects
CASA SITA a Rosà (VI)
SUPERFICIE TOTALE ABITATIVA: 120 mq
SUPERFICIE CUCINA: 17 mq
TIPOLOGIA CUCINA: open space
ARREDO CUCINA: realizzato su disegno dagli architetti Didonè - Comacchio
ANTE: laccato bianco
TOP: laminato bianco
SCHIENALE: legno di rovere spazzolato
ELETTRODOMESTICI: Siemens

 

 HOUSE PB  (VI) - PIANTE

 

PIANTA "PRIMA"
La pianta del piano terra prima della ristrutturazione corrispondeva a un ufficio suddiviso in due locali. La scala a parete collega i tre livelli dell’unità abitativa

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

PIANTA "DOPO"
Il piano terra dopo la ristrutturazione è diventato un open space che accoglie la zona giorno, in cui si integrano cucina, zona pranzo e living. L’ingresso è rimasto sul lato lungo al centro della parete, sul fronte della casa