Patrizia Copat, Gruppo Cucine Assarredo

la parola a... –

Il suo sguardo sul futuro parte da una analisi attenta del presente come presidente e come imprenditrice

Marketing manager dell'azienda di famiglia, dal 2008 Patrizia
Copat
ricopre con entusiasmo il ruolo di presidente del Gruppo Cucine
di Assarredo
. Una presidenza che come primo obiettivo ha voluto
rafforzare il concetto di “squadra” tra gli associati che,
insieme, si sono ritrovati a dover reagire con tempestività alla
peggior crisi degli ultimi 50 anni. Una svolta molto impegnativa a
cui il Gruppo Cucine ha reagito aprendo un dialogo concreto con le
istituzioni e con altre associazioni raggiungendo per la prima volta
l'obiettivo di  far erogare degli incentivi statali per il
settore
. Il suo sguardo sul futuro parte da una analisi attenta del
presente come presidente e come imprenditrice.Ecco la sua opinione sul futuro del settore.

Ognuno per se” è una formula applicata da decenni che ha
permesso a molte aziende di raggiungere risultati anche interessanti
ma troppo spesso esposti all'attacco da parte di competitors
connazionali sempre pronti ad imitare chi si è messo in luce nel tal
mercato ripetendone pedissequamente il percorso ….compresi a volte
gli errori.

Ritengo che una buona gestione delle risorse a livello
associazionistico
possa aumentare la capacità di penetrazione
del comparto nei vari mercati e possa garantire anche una maggior
solidità” delle iniziative proprio intrecciando rapporti
istituzionali che finiscono inevitabilmente per sostenere i rapporti
commerciali e nel contempo ne definiscono anche le regole
comportamentali
”.

In quest'ottica Patrizia Copat ritiene che “gli
imprenditori debbano intendere l'associazione come un “ramo “
della propria impresa da alimentare con informazioni e risorse per
poi ricevere in contropartita “servizi”;
le Istituzioni,
invece, si devono muovere sul terreno a loro più congeniale che è
quello relazionale, senza mai dimenticare che lo sviluppo economico
del paese è una componente fondamentale per la stabilità politica
del paese e che va quindi sostenuto con ogni mezzo oggi più che mai
in piena crisi economica”.

E per il 2011 quali sono i programmi? “Abbiamo in calendario
diverse iniziative rivolte al consolidamento del rapporto con il
Ministero per lo Sviluppo Economico, iniziato nel 2009 e sviluppatosi
poi concretamente nel 2010 producendo la ben nota “Campagna
Incentivi”; proprio in questa direzione stiamo sviluppando da
qualche mese un progetto per la definizione dei parametri per una
cucina ecosostenibile”, un progetto a medio-lungo periodo
che si rivolge puntualmente a quella “popolazione“ di consumatori
nazionali (ed internazionali) che ripongono sempre maggiore
attenzione al momento dell'acquisto verso i prodotti la cui
“sostenibilità ambientale” sia dimostrabile
. Il tema della
sostenibilità rappresenta sicuramente una delle linee guide più
importanti per la progettazione dei nuovi prodotti-cucina, arrivando
anche ad incidere su scelte strategiche inerenti all'organizzazione
logistico-produttiva delle aziende; non possiamo, però, dimentIcare
come sia cambiata nei consumatori di oggi la “gerarchia dei
bisogni”,
di come l'approccio al consumo di beni immobili sia
mutato e quindi risulta sempre più determinante fornire ai
potenziali acquirenti motivazioni di acquisto inedite e inaspettate,
per smuovere in loro quella pigrizia/diffidenza che la crisi dei
consumi ha inesorabilmente ingigantito
”.

Parlando ancora di futuro, Patrizia Copat, ha le idee chiare:
Oggi per un'impresa sembrano esserci più rischi che opportunità
ma tutto dipende da come si “guarda al futuro”. Se in azienda non
si metabolizza il concetto che il mercato è cambiato, che una crisi
come quella attuale non ha precedenti negli ultimi decenni, che il
consumatore medio è passato in breve tempo dalla “voglia di lusso”
al “compro meno ma compro meglio” e non si ritarano in
fretta i parametri interni che rappresentano la linea-guida per lo
sviluppo dei prodotti e di tutte le attività di marketing, si finisce per
considerare la crisi un fenomeno soprannaturale contro il quale non
ci sono rimedi se non la riduzione del prezzo di vendita o, peggio
ancora, il lancio di nuovi prodotti economici che nulla hanno a che
fare con il posizionamento e il  “valore percepito”
che l'azienda si è costruita nel tempo.

Un valore che deve essere trasmesso al consumatore dall'anello
fondamentale che è rappresentato dalla distribuzione: “In Italia
stiamo assistendo a fenomeni che potrebbero portare a grandi
cambiamenti nella distribuzione
.  La tipologia distributiva
attuale potrebbe essere l' “anello debole” della filiera in
quanto essa è popolata da realtà troppo diverse tra di loro per dimensioni e
livello di specializzazione, senza che il consumatore si possa
rendere conto di quali servizi o valori gli verranno offerti dal
punto vendita;  la crisi dei consumi sta però producendo una
selezione che premia  chi crede ed investe in forme distributive
nuove
e penalizza quelli che avrebbero proseguito quasi per
inerzia con metodi di vendita superati e che, proprio in questo modo,
hanno penalizzato non poco lo sviluppo di tutta la filiera.

Per quanto riguarda invece il “mondo” ci troviamo di fronte a
situazioni estremamente diverse tra paese e paese, a volte l'anello
debole può essere rappresentato dall'aspro confronto con la
produzione locale forte di costi ridotti delle materie prime e della
manodopera, in altri casi potrebbe risultare “debole” la distanza
e gli elevati tempi di consegna che non sempre si risolvono con una
joint-venture che producendo in loco accorcerebbe i tempi di consegna
(e ridurrebbe anche i costi..) ma perderebbe quasi del tutto il
valore del “made in Italy”.

Interessante capire, infine, quali siano i temi e i fenomeni
sociali che stanno influenzando di più il progetto della cucina
secondo la visione di Patrizia Copat. “Il tema della sostenibilità rappresenta sicuramente una
delle linee guide più importanti per la progettazione dei nuovi
prodotti-cucina,
arrivando anche ad incidere su scelte
strategiche inerenti all'organizzazione logistico-produttiva delle
aziende; non possiamo però dimenticare come sia cambiata nei
consumatori di oggi la “gerarchia dei bisogni”, di come
l'approccio al consumo di beni immobili sia mutato e quindi risulta
sempre più determinante fornire ai potenziali acquirenti motivazioni
di acquisto inedite e inaspettate, per smuovere in loro quella
pigrizia/diffidenza che la crisi dei consumi ha inesorabilmente
ingigantito.

Oltre al tema già citato della “ecosostenibilità” credo che
si debbano considerare due fenomeni sociali oggi per certi aspetti
simili ma con un posizionamento in evidente contrapposizione tra
loro: da un lato la sempre più diffusa possibilità di
customizzazione offerta da note “griffe”
della moda che
attrae una clientela esigente e desiderosa di distinguersi dalla
massa; dall'altro lato la massa “intelligente” che
attraverso acquisti oculati no-name
riesce ad appagare il proprio
bisogno di design e qualità senza cadere nel tranello della ”griffe”
ma partecipando attivamente alla progettazione della propria cucina
”.

E per concludere una visione al futuro: è ipotizzabile una
cucina progettabile e acquistabile on line? “Se mi permettete di
“sognare ad occhi aperti” allora la mia risposta è si!
Con
questo voglio dire che la distanza da percorrere è ancora lunga ma
ritengo che possa diventare un vero e proprio nuovo “canale
distributivo” nei prossimi dieci anni , con il rischio però che
possa essere controllato e gestito dalla GDO…”.