Parte Seconda: analisi dei bilanci

rapporto aziende cucina –

Sotto la lente redditività, struttura di bilancio, Produttività ed esternalizzazione della produzione delle aziende considerate

L'inchiesta di Ambiente Cucina prosegue con l'analisi di alcuni dei principali aspetti che si evincono dai bilanci.




Redditività dei mezzi propri e delle attività
e tassi di rotazione


Il ROE, che misura la redditività dei mezzi propri, presenta un ventaglio di valori molto diversificato. Anche nel 2009 ci sono società che hanno ritorni sui mezzi propri fortemente  negativi come Record (-147%), Berloni (-44,9%), Arc Linea (-37,4%), Copat (-25,2%) e Aran World (-13,9%). Tra quelle che mostrano valori positivi, praticamente nessuna presenta ritorni soddisfacenti. Quasi tutte sono sotto al 5% e solo Mobilturi si avvicina al 10% (9,7%).

Pur tenendo presente che il valore del ROE risulta in qualche modo diluito dalle rivalutazioni patrimoniali operate nel 2008 da molte imprese secondo quanto previsto dal DL 185/2008, si tratta di valori del tutto insoddisfacenti. (TABELLA 4)

La dispersione dei valori, anche per le basi di calcolo utilizzate, è minore a livello di ROA. Nessuna azienda presenta valori superiori al 5%, valore raggiunto solo da Mobilturi e avvicinato da Scavolini, Schiffini (entrambe al 4,9%) e Boffi (4,6%). Ben sei aziende presentano un ROA negativo contro le tre dell'anno precedente: Aran, Arc Linea, Berloni, Cesar, Copat e Record. Tutte le altre presentano valori estremamente contenuti, nella maggior parte dei casi vicini o inferiori al 3%. Come negli anni precedenti si intravvede una correlazione fra ROE e ROA.

Le aziende che fanno rendere meglio le attività totali sono solitamente anche quelle che remunerano meglio i mezzi propri. Ciò è più dovuto alla capacità di far ruotare con efficienza scorte e capitale che per i margini reddituali sul fatturato. Le aziende che presentano tassi di redditività superiori alla media sono non a caso anche quelle che solitamente sono più abili a far ruotare le attività e le scorte, in particolare Mobilturi e Scavolini, che riescono a far ruotare le scorte quasi 11 volte mentre quasi tutte le altre aziende presentano valori inferiori a 8, spesso di molto. Lo stesso discorso vale per la rotazione dell'attivo, pari a 1,79 per Mobilturi e a 1,41 per Scavolini contro valori che vanno da 0,9 a 1,2 per quasi tutte le altre aziende. Stosa si avvicina ai valori di Scavolini e Mobilturi e non a caso anch'essa presenta un ROE ed un ROA superiori alla media.


Struttura di bilancio


Come sempre le differenze fra i produttori di mobili da cucina in termini di capitalizzazione e struttura finanziaria sono piuttosto notevoli. In generale si può comunque dire che un discreto numero di aziende presenta livelli di patrimonializzazione soddisfacenti o addirittura alti. Per quanto riguarda l'incidenza dei mezzi propri sul totale di bilancio, sono due le aziende che spiccano nettamente con valori intorno al 50%, molto elevati: Arrex 1 col 49,4%, e Scavolini col 51,8%.

Le aziende che presentano un valore vicino o superiore al 30%, indice di buona patrimonializzazione sono sette come nel 2008 (Aran, Ar-Due, Euromobil, Schiffini, Scic, Stosa e Valcucine). C'è poi un gruppo di tre aziende con livelli di capitalizzazione vicini al 30% (Copat, Lube e Veneta) ed un gruppo di altre quattro con livelli di capitalizzazioni ancora accettabili anche se non elevate (vicine o superiori al 20%). Si tratta di Berloni, Boffi, Cesar e Poliform.

Le altre aziende presentano mezzi propri inferiori, a volte di molto, al 20% della somma di bilancio, indice di sottocapitalizzazione più o meno spinta. A parità di altre condizioni, le aziende più patrimonializzate devono ottenere utili maggiori per conseguire livelli di ROE uguali a quelli delle aziende sottocapitalizzate. Nel campione esaminato le aziende più capitalizzate sono però anche quelle che hanno la posizione finanziaria netta  migliore.  Si va in questi casi da una posizione fortemente positiva, quella di Scavolini, per arrivare ad altre aziende che hanno un indebitamento finanziario netto minimo rispetto ai mezzi propri (Arrex1, Valcucine e Stosa) o comunque ampiamente inferiore ai mezzi propri (Aran, Lube, Mobilturi, Scic).

In dodici casi su venti le aziende presentano una situazione di indebitamento finanziario pari o superiore alla disponibilità di mezzi propri, con debiti finanziari netti che in alcuni casi sono superiori al doppio dei mezzi propri, con la punta di Record, che ha 7 euro di debiti finanziari per ogni euro di mezzi propri. Le aziende ben patrimonializzate utilizzano una percentuale minore dell'EBITDA per ripagare gli interessi sul debito e sono meno  esposte ad eventuali rialzi dei tassi di interesse. Si nota anche una certa correlazione fra livelli di patrimonializzazione ed equilibrio della struttura del capitale circolante. Le aziende che dispongono di mezzi propri adeguati devono infatti far meno ricorso ai fornitori o alle banche per finanziare il circolante. (TABELLA 5)

Tenendo conto delle differenze dovute alla differente struttura patrimoniale, si può quindi individuare un gruppo di aziende che mostrano buoni tassi di redditività, dovuti in buona parte alla capacità di utilizzare con alta efficienza capitale e scorte. L'efficienza produttiva si riflette in media in buoni tassi di patrimonializzazione, in una struttura del circolante equilibrata e nel ridotto assorbimento dei margini di reddito per il servizio del debito. Le aziende che fanno parte del gruppo sono Arrex1, Lube, Scic, Scavolini, Stosa e Valcucine.
   

Produttività ed esternalizzazione
della produzione


Nel 2009 il valore aggiunto misurato sulla media del campione è pari al 22,3%, un punto in più rispetto a quello dell'anno precedente (21,2%) e su livelli simili a quelli d'inizio decennio. La dispersione dei valori intorno alla media è piuttosto elevata. La deviazione standard è dell'8,8% ed i valori sono compresi fra l'11,9% di Mobilturi e il 48,8% di Schiffini.  Il valore aggiunto in questo caso sale a causa della contrazione dei fatturati, che fanno aumentare l'incidenza del costo del lavoro e quindi quella del valore aggiunto. Come negli ani precedenti, non sono sempre le aziende che producono più valore aggiunto ad essere anche quelle più redditizie. Alcune tra le aziende che hanno i migliori tassi di redditività mostrano un valore aggiunto inferiore, a volte anche di molto, alla media. Alcuni esempi sono: Scavolini (18,1%), Stosa (12,1%) e Mobilturi (11,9%). Queste aziende riescono a compensare il minor valore aggiunto con una più bassa incidenza del costo del lavoro sul fatturato, compresa fra il 7,5% di Stosa e il 18,1% di Scavolini. In aggiunta Stosa e Mobilturi hanno un'incidenza dei servizi sul fatturato notevolmente inferiore alla media. Le tre aziende sono fra le più efficienti nell'utilizzo delle attività e fra le più patrimonialmente solide, con un indebitamento finanziario netto molto contenuto o, è il caso di Scavolini, con enorme liquidità in cassa.

Una possibile spiegazione è un modello di business che probabilmente si basa sul forte utilizzo di forniture esterne ed operazioni di assemblaggio molto efficienti all'interno delle fabbriche grazie al know how produttivo delle maestranze e a organizzazioni produttive molto efficienti, supportate da investimenti tecnologici. Ciò spiega come esse riescano a compensare la creazione di una minor quota di valore aggiunto con una bassa incidenza del costo del lavoro diretto, a cui si aggiunge comunque anche un costo di servizi di terzi piuttosto basso nel caso di Stosa e Mobilturi e l'assenza di oneri finanziari nel caso di Scavolini. Le altre aziende del campione esaminato possono essere collocate in una scala dove progressivamente viene sostituito lavoro interno con forniture esterne. I risultati finali in termini di performance economico-finanziaria sono diversi fra loro a causa delle differenze di produttività e di struttura finanziaria. Anche nel 2009 sembra mostrare, seppur in maniera più sfocata rispetto agli anni precedenti, la sua validità in termini di risultati economico-finanziari un modello di business in cui le aziende, pur non aggiungendo molto valore alla produzione, hanno la capacità di conseguire economie di scala, o per le loro dimensioni assolute o perché si focalizzano solo su alcuni tipi di produzioni conseguendo così elevati volumi produttivi e possibilità di standardizzazione del prodotto e delle operazioni produttive. In parallelo queste aziende riescono a tenere sotto controllo il costo del personale e ad utilizzare i loro asset con alta produttività grazie al loro know-how nella gestione delle operazioni.

I risultati delle aziende di fascia alta sembrano mostrare, pur nella opacità causata da una congiuntura fortemente depressa, il perdurare di un fenomeno già osservato nei due anni precedenti ovvero la riaffermazione di un modello di business più “classico”, basato su prodotti di fascia molto alta e in grado di creare un forte valore aggiunto, che solo in parte viene riassorbito dal più elevato costo del lavoro e da un maggior ricorso a servizi esterni rispetto alla media. Tre buoni esempi sono rappresentati da Boffi, Poliform e Valcucine. (TABELLA 6)

Una conferma sembra provenire dall'analisi dei dati di produttività pro-capite. Come già negli anni precedenti Stosa si distingue nel gruppo esaminato qualsiasi sia il parametro di riferimento considerato. Esse viene però raggiunta da Mobilturi in seguito alla scelta di concentrarsi su prodotti più ricchi. Il valore della produzione per dipendente di Stosa è di € 450.000, quello di Mobilturi di € 482.000. I rispettivi valori aggiunti sono di € 50.000  e 78.000, gli EBITDA di € 21.000 e 20.000, gli EBIT di € 9.000 e 13.000. Scavolini presenta anch'essa valori molto elevati e rispetto a Stosa e Mobilturi ha un mix di vendita più ricco che le permette di ottenere margini di redditività ancor più elevati. Buoni valori di redditività procapite hanno anche aziende di fascia alta come Boffi e Schiffini, pur con fatturati procapite che sono meno della metà di quelli di Stosa e Mobilturi.

In generale dunque anche nel 2009 le aziende che hanno un EBIT per dipendente elevato sono anche quelle che hanno un fatturato per dipendente elevato. La seconda via per ottenere un EBIT pro-capite elevato sembra essere quella del valore aggiunto (TABELLA 7)