Marc Sadler, designer

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Smart? Quando un progetto complesso arriva a una soluzione semplice, capace di adattarsi e riadattarsi a diversi tipi di habitat e stili di vita

Marc Sadler, designer di fama internazionale, ha disegnato la nuova cucina Carrè, per Ernestomeda, presentata con grande successo ad Eurocucina 2010. Un progetto complesso che ha richiesto tre anni di lavoro ma che è arrivato ad una soluzione “semplice”, capace di adattarsi e riadattarsi a diversi tipi di habitat e di stili di vita. Senza mai perdere in personalità e identità.

L'idea generale di smart design per Marc Sadler? “Soluzioni facili da montare e utilizzare, ed eventualmente smontare e rimontare in un nuovo appartamento. La maggiore mobilità delle persone, la ridotta capacità economica, la rinnovata moralità dei consumi che porta ad evitare sprechi, spingono il consumatore a considerare la flessibilità dell'arredo quale elemento di primaria importanza, e a considerarlo il vero plus di un prodotto. Il segreto di Carrè è nella sua versatilità, che le permette di conformarsi agli spazi living delle città come a quelli  “semi country” delle case di campagna senza tralasciare il famoso allestimento "tuttobianco", riservato agli utenti più timidi”, continua Marc Sadler. “E la versatilità di Carrè sta nella vastissima gamma di combinazioni materiale/colore tra ante e maniglie, che consente personalizzazioni davvero estreme. La “maniglia-non maniglia” - ovvero una serie quadrati e rettangoli in bassorilievo abbinabili in dieci combinazioni differenti - è poi un elemento facilmente sostituibile: si tratta infatti di un pannellino fissato con viti Torks sul retro dell'anta fresata. In questo modo è possibile attualizzare la cucina con un intervento economico modesto. Anche la campagna pubblicitaria di Carrè, che trovo divertente, è stata impostata sul concetto di “cambiamento” nel tempo: dei gusti musicali, dei fidanzati… e delle maniglie della cucina. Così, se dovessi descrivere con una sola parola Carrè, la definirei "sfaccettata” per spiegare il suo carattere poliedrico”.  

Secondo Marc Sadler, esiste quindi almeno un modo per riuscire a creare un arredo cucina smart che sia anche innovativo e non banale, che non si riduca alla classica composizione di 3 metri… "Fermo restando che permane in cucina l'esigenza di contenere in maniera non visibile stoviglie o alimenti, io sono da sempre un fautore della suddivisione fra le funzioni legate alla preparazione dei cibi e, appunto, l'esigenza di stivare delle cose. Ci sono quindi le “macchine” da sole, studiate per la funzione alla quale sono destinate e, separatamente, il contenimento, da organizzare attraverso elementi modulari allestiti in base alle proprie specifiche esigenze. E questo è l'esatto opposto del modulo cucina classico, ovvero “dei tre metri”, da muro a muro, che sono l'incubo di tutti i progettisti. Al loro posto, si potrebbe proporre una sorta di moderno kit ben studiato…".


Dal punto di vista costruttivo, è quindi possibile per il progettista, ridurre la complessità dell'arredo cucina, senza però interferire sulla modularità e sui concetti di arredo personalizzabile e “su misura”…? "Dal punto di vista progettuale le strade ci sarebbero, ma bisogna trovare l'imprenditore pronto a cambiare davvero le regole del gioco. Le cucine sono ancora sostanzialmente delle “casse” rivestite da ante in verticale e da piani in orizzontale. L'intervento strutturale del progettista è limitato, la cassa è altamente industrializzata e non entra neppure nella “discussione” progettuale. 


Mi piace però ricordare il sistema Alukit, che ho realizzato per e con Boffi nel lontano 1993, una cucina con una struttura in alluminio da assemblare in sede di montaggio e facilmente smontabile. Avevo progettato Alukit proprio con la finalità di riuscire a cambiare il sistema di stoccaggio dei semilavorati a magazzino, riducendo al minimo gli ingombri di spazio”.