Ddl stabilità: la reazione di Roberto Snaidero

economia –

Riportiamo qui di seguito le dichiarazioni di Roberto Snaidero, Presidente di FederlegnoArredo, alla mancata ricezione da parte delle istituzioni politiche della proposta di inserire gli arredi nella detrazione Irpef del 50%

"La fiducia posta sul maxiemendamento al ddl stabilità, il cui testo è stato
approvato ieri dalla commissione Bilancio del Senato, conferma ancora una volta
il distacco della politica dal Paese reale.
Nelle modifiche
introdotte al ddl non c’è infatti traccia della proposta di inserire gli
arredi nella detrazione Irpef del 50%
che, lo ribadiamo, sarebbe a costo
zero per le casse dello Stato.Una proposta assolutamente ragionevole vista la
situazione drammatica che la filiera del legno arredo ha vissuto negli ultimi
cinque anni e sta vivendo tuttora (-14 miliardi di euro di fatturato, 10mila
imprese e 51mila addetti in meno).
Non sarà semplice spiegare agli oltre
400mila addetti delle oltre 70mila aziende della filiera che, ancora una volta,
i nostri 'rappresentanti' istituzionali hanno preferito puntare su altre
iniziative
per fare ripartire il Paese – tra cui (ci perdoni Stu Ungar)
l’apertura di nuove sale per il gioco d’azzardo – ignorando proposte serie
che darebbero respiro a decine di migliaia di lavoratori e famiglie alle prese
con la crisi più dura dal dopoguerra.

Forse qualche parlamentare ha
preferito puntare sulla formula 'Panem et circenses', credendolo un metodo
ancora valido per assicurarsi il consenso popolare. Ma chi ha fatto questo
calcolo si sbaglia e possiamo assicurare che ne terremo conto alle prossime
elezioni. Chi non ha a cuore il bene dello Stato e dei suoi Cittadini non
merita di rappresentarli e noi, nei limiti delle nostre possibilità, agiremo
di conseguenza valutando attentamente chi si dovrà meritare la nostra fiducia
.

Non c’è cosa più irragionevole che dare la riposta a una domanda che non
si pone ma, evidentemente, la politica non si è mai chiesta chi ha tenuto e chi
sta tenendo in piedi l’Italia.

Ciò detto, la battaglia non finisce
certo qui
e, sin da oggi, continueremo a batterci per le nostre aziende, i
nostri collaboratori, le loro famiglie e per il nostro amato Paese.
"